Il cuore pesante di Colin Edwards

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Tu tum.
A volte non sono pulsazioni.
Tu tum.
Diventano schianti. Da fare male dentro.
Il mondo dentro. Di Colin Edwards. Il mondo fuori. Che si risveglia.
Houston, Texas. Sepang, Malesia. Italia, ovunque capiti.
Edwards viene da lì, è stato qui, poi la vita gli si è fermata. Fermata là. Sepang, i fatti. Poi Texas. Casa.

La città emblema indiscusso dell’obesità. Mangiano, a Houston. Mangiano da ingrassare in fretta. E sembra che divorino anche l’aria, da quanto sono grossi. Pare che anche le emozioni, oltre al cibo. E invece. Poi vorresti divorare il passato più recente e non puoi. Invece. Provi a ingurgitare le ultime decine di giri che le lancette hanno compiuto. Ma il tempo, nemmeno se sei di Houston – Texas, lo puoi fare a brandelli. Allora poi. A morsi, Colin Edwards, prova a prendere il dolore. Che picchia, picchia e intontisce.

Tu tum.

Picchia duro. Il mondo dentro. Di Colin Edwards. E i cowboy.
Ci sono i cowboy in Texas – Houston. La vita fuori la prendono a lanci di lazzi. Una bestia, un lancio. Un’altra bestia, un altro lazzo. Ma il cuore pesante. Ci sono momenti – tu tum – che il cuore pesante non lo riprendi nemmeno se se sei un cowboy del Texas. Una bestia. Nel cuore. Pesante.

Colin Edwards è il pilota che è riuscito, più di tutti, a salire sul podio di un mondiale (Superbike) consecutivamente. Sa come arrivare su. Sa come starci, lassù. Ma alcune montagne. Il mondo dentro. Alcune montagne non le scali nemmeno se quando impenni con la moto riesci a svettare. E il mondo fuori. Dei social network. Il mondo fuori che già sa tutto. Del mondo dentro. Di Colin Edwards. Il mondo fuori. Con le facce sul libro. Con le facce sul libro che provano a dire. Del mondo dentro. Il cuore pesante che non energizza. Che non energizza nemmeno se sei di Houston. Dove insistono industrie energetiche che portano lustro al Texas. Dal mondo. Ma l’energia del mondo dentro, con tutto quel che succede. Con utto quel che succede nel mondo fuori, l’energia del mondo dentro non la puoi fabbricare. Nemmeno se a Houston. Nemmeno se a Houston ci sono le industrie energetiche. E il cuore. Pesante. Tu tum. Di Colin Edwards. Di chi è coinvolto. Il cuore fa pan dan. Con le emozioni. Del mondo dentro. Con le sciagure. Del mondo fuori. E allora.

Due frasi su facebook.

“È veramente triste assistere alla morte di un amico. Mentalmente tengo duro, ma è stata davvero una tragedia. Sono triste, il mio cuore è pesante per tutti coloro che sono coinvolti, dalla famiglia ai fan”.

Tu tum.

A volte non sono pulsazioni.

Tu tum.

Diventano schianti. Da fare male dentro.

“Buon viaggio amico mio, ci mancherai”

5 commenti su “Il cuore pesante di Colin Edwards”

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