MotoGP: Ezpeleta (Dorna) convince Kawasaki e Melandri a tornare

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melandri1Forse, questa volta, ci siamo davvero: il patron di Dorna, l’iberico Carmelo Ezpeleta, sembra essere riuscito a mettere d’accordo tutte le parti coinvolte nella vicenda Kawasaki-Melandri. Le prossime ore saranno realmente decisive, ma a quanto pare entro la fine di questa settimana le moto iscritte al prossimo mondiale torneranno ad essere 18. Magia? No, bensì paziente opera di convincimento di Ezpeleta, oltre che di reperimento sponsor. Già, perché anche nel MotoGP non si vive di solo amore per questo sport, anzi. E il denaro ha avuto un ruolo molto importante in tutto lo svolgersi della vicenda.

A cominciare dall’uscita di scena del marchio nipponico, che dovendo decidere quale settore tagliare per rientrare dagli effetti della crisi economica mondiale ha scelto… di chiudere il reparto corse. Niente più “verdone” in griglia, quindi, con buona pace di quel Marco Melandri che con Kawasaki aveva firmato qualche mese prima il contratto del rilancio (dopo la deludente esperienza in Ducati). Ma c’è un articolo, nel regolamento del MotoGP, che prevede un numero minimo di 18 piloti al via per garantire la regolarità della corsa. Agire in deroga buttando a mare il regolamento o cercare una soluzione? Ezpeleta ha tentato quest’ultima strada fino all’ultimo, e sembra esser riuscito nell’impresa.

Da un lato, il manager ha convinto Kawasaki a non venir meno agli accordi sottoscritti. La strada del braccio di ferro legale era lì di comodo, pronta per essere vinta: “Kawa” doveva garantire la propria partecipazione, aveva firmato per farlo e nel contratto c’era pure l’indicazione della penale in caso di recesso. Ma Ezpeleta ha preferito scendere al compromesso di convincere la casa giapponese a metterci la moto, e solo quella, togliendo il marchio (che diventerà di uno sponsor) e limitando le spese di sviluppo ad una sola moto, quella di Marco Melandri (Hopkins ha già un mezzo accordo per passare in Superbike). Dall’altro lato, il patron di Dorna ha lavorato per rimotivare un talento, quello di “Macio” appunto, ormai rassegnato ad un anno sabbatico. Ancora un paio di giorni, e sapremo se la duplice opera avrà avuto il successo che, ogni giorni di più, le si pronostica

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