Lucchinelli, Uncini eccetera. Motomondiale, senza Suzuki manca un pezzo di storia

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Suzuki, nel 2012 né MotoGP né Superbike

Marco Lucchinelli nel 1981, poi Franco Uncini che bissò nel 1982 il successo dell’anno prima. Fotogrammi di Suzuki nel motomondiale, istantanee che non si dimenticano tanto facilmente. A solleticare la tristezza di un commiato che – con tutte le forze – uno si augura possa essere solo un arrivederci, ci pensa anche la bacheca che è una vetrina impreziosita da successi, trofei e battaglie su pista cui eravamo e restiamo legati.

Per i quindici mondiali complessivi messi in cantiere dalla scuderia nipponica (sei dei quali in 500cc, 3 in 125cc e altri 6 nell’allora 50cc), per i tre iridati conquistati tra Superbike (uno, con Tony Corser nel 2005) e Supersport (due, nel ’98 con Fabrizio Pirovano e nel ’99 con Stephane Chambon) ma anche per i dettagli che stanno a margine e rendono la Suzuki parte della storia grande del contesto sportivo su due ruote a motore.

Perché Schwantz e Kenny Roberts jr. sono passati di lì ma anche per tutte le volte che si sono alzate le braccia per celebrare i trionfi – step by step – degli italiani che hanno scritto pagine indelebili durante il percorso. Poi, ci venga concessa l’indole sentimentale dovuta all’affetto che lega e legherà sempre la redazione di quattrotempi.com a Capirex, Suzuki è anche stata la scuderia nella quale Loris Capirossi ha corso gli ultimi anni della carriera professionistica. E allora.

Allora Suzuki mancherà. Alla MotoGP, alla Superbike. Mancherà anche nell’istante in cui vederne in pista le fattezze, la griffe, l’esclusiva e tipica finitura dei particolari strutturali significava lasciarsi cullare dai ricordi di qualche anno addietro. Che uno pareva contemplasse Alvaro Bautista, invece scivolava a ritroso. Andando a ripescare Lucchinelli, andando a ripescare Uncini. E quei tempi là. Della 500cc, della Suzuki eccetera eccetera.

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