Altroconsumo-caschi pericolosi, diffida al Ministero dei Trasporti

altroconsumoIncredibile ma vero, Altroconsumo ha comunicato di aver diffidato il Ministero dei Trasporti e che ricorrerà al Tar dopo la notizia apparsa su tutti i quotidiani e siti internet della mancata sicuerezza di alcune note aziende con i caschi. Il dicastero dovrà  fornire riscontri concreti sul test sulla sicurezza dei caschi jet, resi noti lo scorso 27 gennaio, e annuncia il ricorso per inadempienza sull’effettuazione di contro prove tecniche sui caschi integrali, test che fu realizzato da Altroconsumo nella scorsa stagione. Insomma il caso che sembrava in via di conclusione si arricchisce di un particolare inaspettato, la contromossa delle aziende produttrice dei caschi all’accusa subita, che senza prove attendibili potrebbe anche chiudersi con un nulla di fatto.

Altroconsumo: indagine a tappeto sui caschi non idonei

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Altroconsumo ha lanciato un nuovo allarme sulla sicurezza per chi va in moto legata all’uso dei caschi, anche perché molti non sono omologati . Infatti ben 8 su 15 non corrispondono alle caratteristiche richieste. Il casco deve essere sicuro e non leggero, integrale  o pesante. Ormai tutti i programmi televisivi Striscia la Notizia, Le Iene, Mi manda Rai Tre, ne hanno parlato con immagini chiare e sono partite denunce verso alcuni venditori e produttori. Con il decreto dell’uso obbligatorio del casco sono stati ridotti gli incidenti mortali, e ci sono meno vittime per la strada, però purtroppo la faccenda dei caschi obsoleti o non idonei, prosegue e si spera che presto venga fatta chiarezza su molti incidenti che ancora non hanno avuto un responso definitivo.

Caschi moto-jet, seconda puntata. Altroconsumo: il ministero risponda ai consumatori

altroconsumoNe avevamo parlato qualche giorno fa. Altroconsumo è sul piede di guerra. E l’obiettivo sono i caschi moto jet. Nel test che ha organizzato, 8 su 15 sono andati in frantumi. Ora, l’associazione chiede l’intervento del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. E lo fa con il seguente comunicato stampa: «É desolante il silenzio con cui il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha accolto la denuncia di Altroconsumo ed è ancora più desolante sentire l’industria far appello al momento delicato di crisi di vendite che stiamo attraversando. Qualsiasi congiuntura economica non può giustificare la minima deroga al diritto dei consumatori di trovare in vendita solo prodotti sicuri; e al dovere delle aziende produttrici di porre rimedio a eventuali maglie larghe nei controlli di sicurezza. Assorbire gli urti, gli impatti, rimanere ben saldo in caso di caduta sono elementi fondamentali perché un casco moto sia definito tale. Sette caschi su quindici fanno il loro dovere. Altri otto no. Qualcuno si assuma la responsabilità di ciò che i ragazzi oggi calzano sulle proprie teste. Ulteriori approfondimenti tecnici potranno essere fatti in sede istituzionale, presso il ministero. Per capire finalmente le ragioni per cui a scaffale arrivano prodotti pericolosi».

Caschi: Altroconsumo segnala modelli poco sicuri, la Finanza sequestra

caschiQualità o quantità? Il dilemma è annoso, e vede il mondo – specie quello imprenditoriale – diviso in due fazioni: produrre poco, ma bene, nel tentativo di fidelizzare la clientela; produrre molto, gioco-forza meno bene, per vendere molto. Probabilmente la prima di queste è una logica a più lungo termine, mentre la seconda massimizza il profitto “subito”, salvo comportare una ricerca ossessiva di nuovi mercati per garantirsi l’ossigeno necessario alla sopravvivenza. Probabilmente, i produttori dei quattro modelli di casco “difettosi” segnalati da Altroconsumo alla Guardia di Finanza appartengono a questo secondo, famigerato, emisfero.