Prenderà il posto di uno tra Colin Edwards e Carl Crutchlow ma, appurato che il primo dei due si trova in fase calante di una carriera in ogni caso strepitosa e per la quale l’amico di Valentino Rossi merita il massimo rispetto nonostante il palmares poco favorevole (è la generazione dei Loris Capirossi: grandi centasuri con all’attivo meno soddisfazioni di quante ne meritassero per davvero), pare evidente che Crutchlow non rischi molto.
Bradley Smith, in scadenza di contratto con Team Monster Yamaha Tech 3 ha deciso di prolungare il suo rapporto di collaborazione per ulteriori tre stagioni. Firma fino la 2014 con tanto di patti chiari: se Hervè Poncharal ha chiesto al centauro inglese di trascorrere in Moto2 anche la stagione prossima, Smith ha ottenuto la garanzia – sancitadall’accordo che include anche tale assioma – di passare alla classe regina nel corso della stagione 2013.
Dopo l’ufficialità dell’accordo, le parole di Smith hanno sugellato con gioia la scelta compiuta:
Ben Spies è a un momento cruciale della sua vita professionale: in piena lotta per la conquista del Mondiale Superbike con Noriyuki Haga a una manciata di curve dalla definitiva bandiera a scacchi e l’immediato passaggio in MotoGp a partire dal giorno successivo a quello del sipario calato in Sbk.
Quando a fare la Storia non sono i duelli tra piloti di diverse marche, o quantomeno di team avversari, ma i conflitti interni ad un solo box, quale potrebbe essere la soluzione più idonea? Ma è chiaro: erigere un muro. Anzi, “il” muro, visto e considerato che questa “moda” – specie dopo l’esperimento vincente effettuato la stagione scorsa in casa Fiat Yamaha con Rossi-Lorenzo – sta prendendo sempre più piede, tanto da aver contagiato anche il colosso HRC (dove Pedrosa, quando tornerà dall’infortunio, vivrà da “separato in casa” con il nuovo compagno Dovizioso) e – buon ultimo – il team Yamaha Tech3.