Moto Gp, Gran Premio del Giappone: a Motegi il ritorno di Valentino, 1° nelle libere. Pedrosa cade e mette il Mondiale nella mani di Lorenzo, oggi 3°. In Moto2 c’é Simon, in 125 Terol

Valentino Rossi è tornato. Il Dottore ha fatto registrare con la sua Yamaha il miglior tempo in 1’48″174 durante la prima sessione di prove libere del Gran Premio del Giappone sul tracciato di Motegi. Valentino ha inflitto 213 millesimi ad Andrea Dovizioso, secondo con la Honda in 1’48″387, mentre ha staccato di tre decimi netti Lorenzo (1’48″474). Quarto tempo invece per Casey Stoner su Ducati, sette millesimi più lento di Lorenzo, quinto Ben Spies, nono Loris Capirossi subito seguito da Marco Simoncelli e Marco Melandri. Ottima sesta piazza per il giapponese Hiroshi Aoyama. Durante la prima sessione, uscite di pista senza conseguenze per Ben Spies (Monster Yamaha Tech 3), Aleix Espargaró (Pramac Racing), Marco Melandri (San Carlo Honda Gresini Team) e Randy de Puniet (LCR Honda).

E’ invece stato Julian Simon (Mapfre Aspar) a far registrare il miglior tempo nella Moto2. Il pilota spagnolo ha infatti fermato il cronometro a 1’54″203, precedendo di 124 millesimi il connazionale Toni Elias (Moriwaki). Terzo Alex De Angelis, che con la sua Motobi ha girato in 1’54″456, a poco più di due decimi e mezzo da Simon. Con Scott Redding (Marc VDS Racing) in prima fila virtuale, si rivede nelle prime posizioni anche Yonny Hernandez su Blusens STX, ottimo nel riuscire a piazzarsi nella top5 a poco più di mezzo secondo di ritardo dalla vetta. Sesta posizione per Simone Corsi (JiR Moto2), mentre per quanto riguarda gli altri italiani in pista Claudio Corti (Forward Racing) è 10°, Roberto Rolfo (Italtrans STR) è 12esimo, Alex Baldolini (Caretta Technology Race Dept) 14esimo, Raffaele De Rosa (Tech3 Racing) 22esimo, Andrea Iannone (Fimmco Speed Up) 27esimo e Ferruccio Lamborghini (Matteoni Racing) 32esimo.

Nella 125, infine, è stato Nicolas Terol, su Aprilia, a firmare il miglior tempo. Il centauro spagnolo ha girato in 1’59″882, precedendo di poco più di due decimi il connazionale Marc Marquez (Derbi), secondo con 2’00″085. Terzo crono invece per il tedesco Sandro Cortese (Derbi) in 2’00″405, solo 13esimo Simone Grotzkkyj, primo degli italiani ma staccato di 2″2. Più indietro Marco Ravaioli (22esimo) e Lorenzo Salvadori (25esimo).

Moto Gp, Laguna Seca: Rossi troppo stanco per festeggiare. Lorenzo gongola verso il titolo, Stoner e Dovizioso delusi e amareggiati

La notizia più bella e al tempo stesso sorprendente del Gp di Laguna Seca, é il podio conquistato da Valentino Rossi a soli 50 giorni dal suo incidente nelle prove del Mugello. Dopo il quarto posto al Sachsenring nella sua gara di rientro, appena otto giorni dopo sale sul terzo gradino del podio a Laguna Seca, tracciato tutt’altro che semplice da disputare. “Ho fatto veramente fatica perché questa pista è più difficile della Germania, anzi è tra le più difficili di tutte. Abbiamo ottenuto l’obiettivo massimo, ce l’abbiamo fatta, ma non riesco ad esultare perché sono distrutto. Quanti giorni sono passati dal Mugello? Cinquanta… cercheremo di arrivare più in forma a Brno“.

Decisamente più rilassato, e non potrebbe essere altrimenti, il suo compagno di squadra Jorge Lorenzo, vittorioso per la prima volta in carriera da queste parti e oramai sempre più leader incotrastato della MotoGP con sei successi e tre secondi posti. “All’inizio è stata una gara difficile, perché Pedrosa girava su un ritmo molto più veloce rispetto alle prove e quindi ho dovuto spingere per stargli dietro, poi, però, lui era al limite ed è volato fuori” ha spiegato il maiorchino.

Ancora guai invece, problemi all’anteriore per essere precisi, invece,  per Casey Stoner su Ducati, che si è anche lamentato nel dopo gara dell’impossibilità di provare ad attaccare la prima posizione dell’iberico, se non rischiando di cadere e fare la stessa fine di Pedrosa. “All’inizio andava tutto bene: la moto andava bene, quando gli pneumatici si sono riscaldati ho cercato di spingere, di tenere il passo, ma ho avuto problemi per due volte all’anteriore e questo mi ha frustrato, perché ho dovuto rallentare di uno due centesimi al giro, ma anche cercando di rimanere costante ho avuto ancora problemi con l’anteriore – riferisce l’australiano della Ducati -. Sono più o meno felice del risultato perché magari potevo prendere Dani (Pedrosa) se non fosse caduto, ma non Lorenzo“.

C’è invece grande insoddisfazione nelle parole di Andrea Dovizioso, che ha chiuso in quarta posizione il Gp negli Usa. “Non posso essere contento di questo risultato perché puntavamo al podio – ha detto DoviziosoHo fatto una buona partenza, ma trovandomi all’interno della Curva 1 sono rimasto chiuso. Nei primi tre giri ho perso un po’ di tempo dietro a Spies e questo oltre a rallentarmi mi ha fatto perdere il contatto con i primi. Giravo con un passo di 1’22″5, pensavo di poter mantenere il terzo posto, ma negli ultimi giri quando Valentino ha abbassato il tempo e ha iniziato a girare in 1’22” basso non sono riuscito a girare così veloce. Perdevo nel terzo e nel quarto intertempo e non sono riuscito a riprenderlo quando mi ha passato. Mi dispiace perché non è il risultato che speravamo. Dobbiamo continuare a lavorare, a migliorare il passo gara per poter combattere per vincere le gare“.

Superbike, Gp della Repubblica Ceca: Biaggi superstar allunga ancora su Haslam. Ora il Mondiale é davvero vicinissimo

SBK Brno_Max Biaggi--300x145Max Biaggi e l’Aprilia ancora protagonisti nel Mondiale della Superbilke: la coppia tutta italiana ha infatti sbancato anche sul tracciato di Brno nel Gran Premio della Repubblica Ceca e vola così alla conquista del titolo iridato. La pista ceca è stata infatti anche stavolta amica del pilota romano, che qui aveva già vinto dieci volte nella sua carriera, con tutte le moto che ha guidato e in tutte le categorie cui ha preso parte: quattro con la 250 GP, due con la 500, una con la MotoGP e tre con la Superbike. La nona affermazione (in 18 gare!) è a tutti gli effetti una pesantissima ipoteca sul Mondiale Superbike. Anche perché l’unico vero inseguitore Leon Haslam (Suzuki) è spronfondato definitivamente nella crisi che lo attanaglia da un pò (ottavo e decimo) per un vantaggio che dopo Brno é salito a + 68 punti quando restano 4GP (8 gare, 200 punti) alla conclusione.

Nella prima corsa Max Biaggi si era diciamo così “accontentato” del secondo posto alle spalle del nordirlandese Jonathan Rea (Honda) “perché avevamo problemi di aderenza, la moto non era a posto” ha dichiarato il romano al termine della prima manche. Nella seconda però, Max ha rimesso nuovamente le cose a posto fulminando lo stesso avversario al settimo dei venti giri previsti. “Brno è casa mia, ci tenevo a vincere e devo un grande grazie alla mia squadra che anche qui è stata fantastica” ha riconosciuto Biaggi. “Siamo migliorati molto tra una gara e l’altra facendo qualche azzeccata modifica sulla nostra moto. Rea è stato un grande avversario, avevo intenzione di seguirlo ma ho visto che si poteva vincere e ci ho provato. Non è ancora fatta, la stagione è lunga”. Sul primo podio terzo posto per il giovane e promettente Cal Crutchlow (Yamaha) scattato in pole ma rallentato dalla repentina usura dei pneumantici che nella seconda manche lo ha addirittura costretto ad una sosta ai box per la sostituzione. Michel Fabrizio (Ducati), finito fuori per rottura del motore in gara uno, ha poi dato un senso alla giornata con il terzo posto finale della seconda prova.

Moto Gp, Lorenzo domina ad Assen e “chiude” il discorso Mondiale. Pedrosa 2°, primo podio per Stoner

Netherlands MotoGPDopo la vittoria ottenuto ad Assen, possiamo tranquillamente affermare che adesso Jorge Lorenzo è probabilmente irraggiungibile per chiunque in classifica piloti. Il pilota spagnolo della Yamaha si è infatti aggiudicato con la solita autorità anche il GP d’Olanda e con altri 25 punti presi, ha scavato ulteriolmente il divario che pone fine alle residue speranze dei rivali, che volevano tentare di approfittare, soprattutto loro, dell’assenza di Valentino Rossi. Ne approfitterà senz’altro Lorenzo dell’assenza del campione italiano e compagno di squadra, visto che il titolo iridato della MotoGP è ormai saldamente nelle sue mani: Pedrosa adesso insegue a 47 punti.

Niente da fare dunque per Daniel Pedrosa, giunto 2°, Casey Stoner, 3°, Ben Spies 4°, Andrea Dovizioso, 5°, Randy De Puniet, 6°. Come già accaduto a Silverstone, Jorge si é dimostrato pilota di un’altra categoria. Ha gestito senza troppi affanni la prima parte di gara e poi ha definitivamente salutato il gruppo. Ma in fondo, ad essere onesti sino in fondo, non sono gli altri a essere lenti, ma è proprio il maiorchino, in coppia alla sua perfetta Yamaha, ad essere superiore. Nono posto per Marco Simoncelli, 13° per Loris Capirossi sulla Suzuki.

Importanti nell’economia della corsa, sono senz’altro risultati essere i primi tre giri. Lorenzo è subito partito in testa, ma Ben Spies si è messo alle sue spalle “bloccando” di fatto, la corsa di Pedrosa e Stoner che volevano provare a restare in scia al maiorchino della Yamaha. Poi al terzo passaggio, lo spagnolo della Honda e l’australiano della Ducati, sono riusciti a passare il texano e si sono lanciati all’inseguimento del leader iridato. Per Pedrosa il ricongiungimento è arrivato appena due giri dopo. Ma per Lorenzo, l’unico dei battistrada che ha scelto di utilizzare la gomma dura dietro, il margine preso si è rivelato importante in vista della seconda parte di gara. Al nono giro i tre davanti avevano staccato Dovizioso di 2”8.

Verso il 10° giro Lorenzo ha iniziato la sua lenta e inesorabile progressione verso la vittoria. In soli due giri Pedrosa e Stoner si sono ritrovati a 1”3 di distacco, primo segnale dell’allontanamento del pilota Yamaha. Dietro di loro la gara era inoltre già segnata: Dovizioso a 5”4, Spies a 6”5, De Puniet a 8”, Hayden a 13” e Edwards a 14” facevano già un altro tipo di gara, in lotta per le restanti posizioni. Si è così entrati nell’ultima parte della corsa con Lorenzo che non ha fatto altro che gestire il vantaggio. Pedrosa non è più riuscito a stargli vicino e da 1”3 il distacco è salito a 2”, in pratica una firma di atto di resa. Un nuovo, quasi definitivo segnale dell’esito di questo campionato.

Superbike, Biaggi verso Misano: davanti ai suoi tifosi vuole un’altra doppietta Mondiale

max_biaggi_podio_brnoE’ un momento magico per il pilota italiano Max Biaggi. Da Miller Motorsports Park è salito in vetta al campionato della Superbike con quindici punti di vantaggio su Haslam. E’ in testa alla classifica delle vittorie di manche (è a quota sei), ed ora correrà i prossimi sei round con tutti gli occhi puntati addosso. La sua enorme esperienza e i quattro mondiali 250 vinti in carriera, con in più la serenità di essere diventato padre da pochi mesi, lo aiuteranno a gestire la pressione, anche se il romano sa fin troppo bene che i suoi molti tifosi aspettano da più di 20 anni ciò che potrebbe accadere alla fine di questa stagione. In sella all’Aprilia RSV4, Max arriverà a Misano pronto a festeggiare, sabato 26 giugno, il suo 39esimo compleanno. Il regalo più bello potrebbe essere proprio un’altra doppietta da centrare davanti al suo pubblico, per rinsaldare ancora di più la sua prima posizione in classifica. Ecco l’intervista rilasciata al sito ufficiale del Mondiale SBK.

Rispetto allo scorso anno, qual è stato il più grande passo in avanti fatto sull’Aprilia RSV4 livello di competitività? “E’ stato fatto un lavoro di affinamento di diversi particolari. La moto è diventata un po’ più equilibrata sia come utilizzo motore che ciclistico.”

Come ci si sente a guidare il campionato avendo Leon Haslam come unico rivale nella lotta al titolo? “Questa è la mia prima volta in testa al Mondiale quest’anno e sinceramente penso che sia un’ottima sensazione che ci rende orgogliosi del duro lavoro svolto fin qui. Personalmente sono e rimango concentrato per riuscire ad ottenere il massimo ogni volta che vado in pista ……il Mondiale è ancora lungo.”

Quanto aiuto state ricevendo dal Test Team che lavora in parallelo con voi? “Beh! Con una moto nuova come la nostra è fondamentale avere un Test Team (come la BMW d’altronde). Diciamo che per gli ultimi arrivati è molto importante per recuperare competitività rispetto a quei team che hanno fatto la storia della SBK.”

C’è differenza tra la nuova cascata ad ingranaggi e il vecchio sistema? “No, non proprio. Non si avvertono differenze al momento. La nuova cascata ad ingranaggi l’ abbiamo usata solo a Miller ma già dalla prossima gara potrò essere più preciso.”

Quest’anno hai cambiato in qualche modo il tuo approccio alle gare Superbike? “Mi sono trovato subito a mio agio nel WSBK sin dal primo momento. Mi mancava un ambiente molto più spartano della MotoGP e credo di averlo trovato. Quest’anno per me non è cambiato nulla, il grande cambiamento l’ho fatto quando sono tornato a correre per Aprilia e con la squadra da me scelta per quest’avventura.”

Quanto ti ha aiutato quest’anno, rispetto alle passate stagioni, essere diventato padre? “E’ semplicemente fantastico quello che mi è accaduto, non credevo fosse così incredibilmente bello diventare padre. Sono orgoglioso.”

Rispetto a dieci anni fa, oggi ci sono piloti cosiddetti “vecchi” in grado di lottare per il mondiale. Ma questo non è forse uno degli sport più fisici di tutti? “L’esperienza è una dote in più e quando gareggi al Top contano tutti i piccoli dettagli. I nuovi arrivati sono bravi ma pochissimi fanno la differenza. Su tutti, Ben Spies.”