Cassazione: multa autovelox valida anche senza fotografia

Non è una bella notizia ma va data anche per mettere in allarme ciascun motociclista (cui, tuttavia rinnoviamo lìinvito a rispettare le norme stradali). Se conseguenza di autovelox, telelaser e altri dispositivi elettronici, la multa è legittima anche senza la documentazione fotografica dell’avvenuta rivelazione.

A determinarlo, la Cassazione con sentenza numero 23212 dell’8 novembre 2011: con la stessa è stato accolto il ricorso del Comune di Massa, la cui amministrazione locale aveva impugnato la sentenza del tribunale che dava ragione al giudice di Pace in rappresentanza di un automobilista che aveva fatto ricorso ad una violazione del codice della strada per eccesso di velocità.

Cassazione, senza reato se si investe o uccide un animale, dopo aver fatto il possibile per evitarlo

Il WWF di certo non sarà d’accordo così come le associazioni in tutela di animali, ma la Cassazione ha deciso che nel caso una moto (o una macchina) causasse un incidente mortale di un animale non scatterebbe l’arresto. Attenzione però ci sono delle norme ben precise, la prima se prima dell’impatto il conducente abbia fatto del tutto per evitare l’animale che all’improvviso ha invaso la strada, e quindi nonostante ci sia stata una sterzata o una frenata, l’animale è stato centrato in pieno. La Cassazione in questo caso non considera la morte del quattro zampe un reato, ma attenzione il discorso è ritenuto uguale anche in altri due casi. In primis se la velocità del conducente sia bassa ma l’impatto avviene lo stesso, oppure se per evitare un animale la vettura si scontra contro un’altra auto e uno dei passeggeri oppure il conducente stesso perde la vita. Per la Cassazione la presenza dell’animale è stata determinante al fine del botto, pertanto non esiste nessun reato, in quanto senza la presenza dell’animale non sarebbe successo nulla. Si ma andiamolo a spiegare ai famigliari della vittima….

Cassazione, moto sparita e parcheggiata in un luogo non custodito, nessun rimborso

Ancora una sentenza della Cassazione che lascia perplessi i motociclisti, nel caso in cui doveste perdere o smarrire la moto in un parcheggio non custodito non potranno disporre nessun rimborso. Tutto è nato da un furto di un veicolo avvenuto 11 anni fa, in un paese a Cascina Gobba (Milano), assicurato con polizza contro i ladri. La Compagnia Axa ha risarcito il cliente di 50.000.000 di lire, ma voleva a sua volta essere indennizzata dal gestore del parcheggio non custodito. I giudici hanno spiegato che accettando di sostare in un parcheggio non custodito, il guidatore stipula un contratto che gli assicura uno spazio per lo stazionamento del veicolo, dietro corrispettivo. Ma non trasferisce la detenzione della moto al personale preposto alla sorveglianza del parcheggio.

Cassazione, in caso di incidente senza casco, il premio da pagare è nettamente inferiore

Usare il casco quando si è in moto è di vitale importanza non solo per la propria incolumità ma anche ai fini di un eventuale incidente, infatti la Cassazione ha deciso e confermato il fatto che in caso di sinistro se il motociclista non ha usato il casco, l’ammontare del risarcimento sarà nettamente inferiore al danno subito. Questa la nota della Cassazione: “L’omesso uso del casco protettivo da parte del conducente di un motociclo può essere fonte di corresponsabilità della vittima di un sinistro stradale per il danno causato a se stessa ove il giudice di merito accerti in fatto che la suddetta violazione abbia concretamente influito sulla eziologia del danno, costituendone, appunto, un antecedente causale”.In teoria in questi casi il rimborso potrebbe addirittura non pervenire, se proprio l’assenza del casco derivasse tutto il danno subito.

Moto Gp, supermulta per Capirossi. La Cassazione conferma la sentenza del 2001

Loris-Capirossi-Rizla-Suzuki okBrutte notizie per il pilota italiano Capirossi. E in questo caso non arrivano dal circuito. Infatti è giunta a casa “Capirex” una supermulta di oltre due milioni di euro per Loris Capirossi. La Corte di Cassazione ha infatti confermato una sanzione che era stata inflitta al pilota della Suzuki, dalla Commissione tributaria provinciale di Ravenna nel lontano 2001, per aver trasferito la sua residenza a Montecarlo (acquisita nel 1994), nonostante continuasse a vivere nella villa di Riolo Terme. Al campione del motomondiale sono stati contestati una serie di illeciti tributari per gli anni 1995-1998.

Questi riguardano sia l’evasione dell’Iva sia quella delle imposte dirette. Gli accertamenti fiscali hanno consentito di scoprire che il tre volte campione del mondo, nascondeva i suoi redditi anche attraverso l’aiuto di una società olandese, alla quale aveva ceduto i diritti di immagine di campione, ma che in realtà era direttamente riconducibile alla sua titolarità. ‘Capirex’ dunque, oltre alla maxi sanzione (pari alle tasse evase compreso il contributo al Servizio sanitario nazionale) dovrà pagare anche 25mila euro per le spese processuali del giudizio di Cassazione.

Multa dunque salatissima quella che pagherà il pilota italiano, che come Valentino Rossi, è stato colto con le classiche mani nella marmellata. Di certo non una bella figura, specialmente nei confronti dei tifosi. Anche quando toccò il “Dottore” della Yamaha, lo stupore e lo sconcerto furono grandi. Perché spesso i tifosi tendono ad idealizzare i loro idoli, compiendo l’errore, del tutto umano, di traslare la grandezza di un uomo nello sport, in ogni altro settore della vita. Ma purtroppo, troppo spesso, questo non corrisponde alla realtà.

D’altronde, ciò che stupisce da sempre quando ci si trova di fronte a certi casi, è proprio la caratura del personaggio: uomini che già di per sé, grazie ad ingaggi e sponsor guadagnano cifre da capogiro, non trovano di meglio da fare che truffare l’erario, per tenersi tutto per sé. Per fortuna Capirossi capì l’errore, chiese scusa e ora ripagherà in termini economici quando all’epoca sottratto.