E’ vivace il dibattito nel mondo della MotoGp in vista del prossimo mondiale. Il team manager della Yamaha Lin Jarvis ha illustrato il pensiero della casa dei Tre Diapason sul momento attuale, con l’arrivo delle nuove CRT e la riduzione a solo 12 prototipi delle “factory”, due ruote prodotte dalle grandi case motociclistiche. «E’ piuttosto un momento critico e che noi tutti condividiamo la consapevolezza della necessità di apportare modifiche importanti per tenere sotto controllo i costi. Vogliamo anche vedere uno spettacolo migliore, quindi ci sono diversi problemi che dobbiamo affrontare e il più critico è la quantità di moto sulla griglia. Siamo giunti ormai nella più grande recessione economica dal 1930, quindi penso che lo stato è cambiato negli ultimi anni e tutti noi dobbiamo essere di mentalità aperta e pensare a quali cambiamenti intelligenti possiamo fare. Un equilibrio deve però essere mantenuto, perché se si toglie la necessità o la libertà di evoluzione tecnica, si perde uno dei motivi principali per cui sono qui i produttori», ha dichiarato il managing director della casa di Iwata.
PROBLEMA TECNICO – Per Jarvis, il vero problema non è quindi la presenza di moto CRT, ma il fatto che quest’ultime andranno a penallizzare la competizione pura, ovvero lo spirito che é alla base degli sport motoristici: tecnica e progresso tecnologico. «La MotoGP è utilizzata per formare ingegneri e spingerli a sviluppare nuove idee che possiamo in seguito utilizzare nella nostra produzione di serie. Se si toglie questa opportunità di apprendere e sviluppare nuove soluzioni tecniche, scompare anche una delle ragioni importanti per cui siamo qui e questo è anche pericoloso. Se hai un limite di giri al motore si ha la libertà di essere creativi nell’ambito di tale limite, ma se hai una centralina unica che controlla il motore si toglie la maggior parte della nostra libertà e creatività. L’elettronica è ormai dominante nello sviluppo dei veicoli moderni e penso che abbiamo bisogno di mantenerla. Ecco perché non è una soluzione facile: dobbiamo mantenere lo spazio per la creatività, ma mettere un tetto sui costi», ha concluso Jarvis.

Il tragico incidente patito al Mugello, rischia di complicare e non poco il futuro di Valentino Rossi, che al suo rientro si troverà davanti ad una sorta di bivio della carriera. Da un lato, la convivenza con lo spagnolo Lorenzo sembra definitivamente giunta al termine, per ovvie e varie ragioni: i rapporti da sempre tiepidi tra i due piloti, le questione economica visto che la Yamaha che non é in grado di sostenere l’ingaggio pesante di due piloti di primo piano, il fatto che lo spagnolo è, per motivi strettamente anagrafici, più giovane e integro fisicamente del pilota pesarese e inoltre potrebbe vincere il mondiale 2010 diventando di fatto il nuovo uomo forte della Yamaha.
Dopo il gravissimo incidente occorso a Valentino Rossi nel secondo turno di libere sul circuito del Mugello, lo scorso sabato, e che ora terrà il pilota Fiat Yamaha fuori dal Mondiale per almeno quattro mesi (secondo il parere dei medici che lo hanno operato), era ovviamente inevitabile che partisse il “toto-sostituto” del 31enne di Tavullia.
Dopo essersi confermato campione del Mondo di MotoGp nell’anno 2009 grazie al terzo posto di Sepang su circuito Malesiano, Valentino Rossi ha spaziato a 360 gradi rispetto a ciascuna delle tematiche affrontate nel corso dell’anno.