Dakar 2013 morte Thomas Bourgin

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Quel che non si vorrebbe mai riportare e che, purtroppo, in occasione della Dakar accade puntaulemnte di rendicontare.

Thomas Bourgin, motociclista francese di 25 anni, è deceduto in seguito a un incidente avvenuto in giornata nel trasferimento in vista della settima tappa della Dakar.

Leggiamo la tragedia sul sito ufficiale della competizione, in cui viene chiarito che Bourgin si è scontrato con una vettura delle forze dell’ordine cilene al confine tra Cile ed Argentina: l’episodio è avvenuto alle 8.23 locali di venerdì 11 gennaio 2013 ed è stata aperta un’inchiesta.

La vittima, di Saint Etienne, partecipava al rally con una Ktm. La moto di Bourgin, diretto alla partenza della prova speciale odierna, si è schiantata contro una autopattuglia della polizia cilena che procedeva in senso opposto.

Bourgin è stato subito soccorso da medici dello staff del rally, che però non hanno potuto far altro che constatare il decesso, probabilmente immediato in seguito all’impatto.

Gli organizzatori della Dakar hanno emesso un comunicato in cui esprimono il loro cordoglio alla famiglia e agli amici. Ad ogni modo, la corsa andrà avanti.

Una tragica analogia con quanto accaduto esattamente 8 anni fa a Fabrizio Meoni, che perse la vita a 47 anni durante quella che avrebbe dovuto essere la sua ultima Dakar. Era l’undicesima tappa, da Atar a Kiffa di 695 chilometri. All’origine dell’incidente fatale una caduta in un tratto di dossi.

I medici della Dakar, sopraggiunti in elicottero, cercarono per quasi un’ora di rianimare il Pilota di Castiglion Fiorentino, ma una delle più grandi tragedie della storia della corsa si era consumata inesorabilmente. Non era la prima volta che la tragedia si abbatteva sulla corsa inventata da Thierry Sabine, e non sarebbe stata l’ultima, ma quella volta i Piloti delle moto non se la sentirono di andare avanti e la tappa successiva, tra Kiffa e Bamako, venne neutralizzata e sostituita da un ponte aereo alla volta della capitale del Mali.

La corsa riprese il giorno dopo con la Bamako-Kayes, vinta da Andy Caldecott, il Pilota australiano che sarebbe morto l’anno successivo, e si concluse a Dakar con la prima vittoria di Cyril Despres, il Pilota che aveva condiviso con Fabrizio oltre alle esperienze agonistiche anche alcune iniziative di carattere umanitario che vivono ancora oggi.

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