Motomondiale, la Dorna vuol correre a Motegi: ma i piloti dicono no

Rischio radiologico trascurabile“. E’ questa in estrema sintesi la conclusione a cui é arrivato lo studio sulla situazione ambientale della pista di Motegi (che a ottobre dovrebbe ospitare una tappa del Motomondiale), dopo il tremendo sisma che ha colpito il Giappone, danneggiando gravemente diversi centrali nucleari. Lo studio tecnico, 11 pagine redatte dall’Arpa dell’Emilia Romagna, ha analizzato le sezioni del circuito, le gradinate per il pubblico e l’albergo del tracciato, ed è stato diffuso in via ufficiale dalla Fim. La conclusione del report è riassunta nell’ultima frase: ”Sulla scorta della stima di dose effettuata si può senz’altro affermare che il rischio radiologico per un individuo della popolazione nell’intervallo temporale di svolgimento del GP risulta trascurabile”. Ecco il perché del via libera della Federazione internazionale al GP del Giappone messo in calendario il prossimo 2 ottobre. C’è però da dire che la relazione dell’Agenzia italiana considera però solo la zona di Motegi e non anche quella di Mito, la piccola cittadina dove la maggior parte degli addetti ai lavori alloggia durante il week end della gara. Nonostante la distanza tra le due località di Mito e Motegi sia di appena 50 km, i livelli delle radiazioni presenti in quella zona possono essere differenti e non compaiono nella relazione dell’Arpa. L’agenzia regionale, dietro suggerimento della Dorna (committente della ricerca), ha infatti presupposto che la maggior parte delle persone impegnate nel GP possano tranquillamente alloggiare nell’albergo del circuito. Dopo la diffusione ufficiale dei risultati, ora tutto torna nelle mani dei piloti, che durante la Safety Commission del GP di Germania avevano sottolineato di non essere intenzionati a gareggiare in Giappone. Tra i piloti che più sostengono di non voler disputare la gara ci sono Jorge Lorenzo e Casey Stoner. Anche secondo Valentino Rossi sarebbe il caso di evitare di andare a Motegi, lo stesso dicasi per la maggior parte dei piloti di Moto2 e 125, preoccupati dalle conseguenze della possibile esposizione alle radiazioni provenienti dalla centrale di Fukushima, distante dal circuito poco meno di 180km.

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