Made in Italy non è solo un modo di dire quando si parla della Beta RR versione 2010. Il vecchio motore monoalbero KTM che equipaggiava le precedenti versione della RR è stato sostituito da una nuova unità, realizzata e progettata dall’azienda italiana. É un bialbero di ultima generazione a corsa corta, molto compatto, realizzato senza badare al risparmio e utilizzando materiali costosi come il magnesio. Insomma, un prodotto di qualità. Pur essendo un motore di ultima generazione monta ancora il carburatore, ma tutto è già predisposto per l’utilizzo dell’iniezione elettronica. la moto è realizzata con cura e, rispetto alle vecchie RR, rappresenta un vero e proprio salto in avanti. Le sei marce sono spaziate in maniera corretta, con il classico “primino” da enduro che aiuta non poco in tutte quelle situazioni in cui ci si trova a guidare quasi da fermo. La parte ciclista supporta bene le doti del motore, anche se la forcella Marzocchi da “soli” 45 millimetri a volte va in crisi: gli smanettoni la troveranno un po’ sottodimensionata, soprattutto quando si inizia a tirare sui percorsi veloci. Molto bene, invece, il mono Sachs posteriore. Ben realizzato il telaio in acciaio al cromo molibdeno, più rigido e leggero del precedente. La frizione idraulica svolge un egregio lavoro: anche quando è strapazzata resiste bene alle sollecitazioni e, cosa non da poco, non deve essere regolata. i freni sono giapponesi: la RR è equipaggiata con degli ottimi Nissin. I meno esperti apprezzeranno le grandi qualità di leggerezza e maneggevolezza della moto, offerta in tre cilindrate: 400, 450 e 520. La prima, più delle altre due, è destinata agli amatori. Dal punto di vista grafico, se così si può dire, abbiamo notato grande eleganza. Ricercata, la moto ha una linea davvero azzeccata. Certo, ci sono anche i difetti: la forcella, il tappo del serbatoio – davvero scomodo – e la sella alta. Non proprio il massimo della vita. Però accettabile visto il prezzo: 8.350 euro, chiavi in mano.