Le prime parole da neo-motociclista: arigatò Kawasaki (D-Tracker 125)

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d_trackerScegliere la prima moto è una delle cose più difficili da fare per un appassionato. Si acquistano riviste, si girano pagine, si chiamano gli amici. Ci si strugge tra un dettaglio e un altro. Meglio questa? Meglio quella? Ma da quando è uscita la Kawasaki D-Tracker, questi momenti di passione,  se non sono del tutto diminuiti, sono quanto meno diventati meno dolorosi.  Meglio non farsi confondere dalla sorella maggiore, però. Il modello enduro KLX 125 è del tutto diverso. Questa D-Tracker è per chi vuole stare comodo. Per chi, alla sua prima esperienza da centauro, vuole anche farlo vedere agli altri. Partiamo dal cuore della moto: il motore è un classico monocilindrico 4 tempi raffreddato a aria. Il cambio è a cinque marce e pesa 114 chilogrammi. Ha un discreto serbatoio (7 litri), la giusta misura per la città. La distribuzione è a due valvole e la iniezione elettronica. Anche la ciclista è classica: il telaio in acciaio è perimetrale, la forcella è a steli rovesciati di 35 mm. I cerchi sono insoliti: 14 pollici. Come una pit-bike (le minimoto, sprovviste di permesso di circolazione, ndr). L’altezza della sella è molto ridotta grazie alle piccole ruote da 14 pollici. É leggera e agile e il suo peso limitato offre una manovrabilità perfetta in ogni situazione. Soprattutto in città. Nonostante le sospensioni siano di tipo economico, riescono a compensare alla grande anche le buche delle strade meno curate. Il design della moto è appagante, in linea con le ultime creazioni di Akashi. Il faro ricorda la famiglia delle naked Z, mentre la linea slanciata è verniciata di nero. Più aggressiva. Inoltre,  con un’accattivante strumentazione digitale, la D-Tracker strizza l’occhio ai giovani. Così come la borsetta sul parafango posteriore. Comoda per riporre la trousse con gli attrezzi di bordo o un piccolo bloccasterzo. Le finiture sono di buon livello e adeguate al prezzo (3.090 euro).  Insomma, alla scelta della prima moto potreste pronunciare le prima parole in giapponese della vostra vita: arigatò, Kawasaki.

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