MotoGp, Stoner sereno in vista di Phillip Island: “Correre senza pensare al titolo”

Casey Stoner pensa, non a torto, di essere il favorito per la vittoria finale al GP di Australia. Il pilota della Honda, leader attuale della classifica piloti, ha dalla sua i numeri, visto che ha dominato in MotoGP a Phillip Island dal 2007 vincendo quattro gare consecutive in sella alla Ducati. Da quest’anno l’australiano è il primo pilota di un team che da diversi anni non vince il Mondiale ed ora spera nella terra dei canguri dove ha il suo primo match point. Se Stoner vincerà a Phillip Island e il suo rivale della Yamaha, il campione del mondo in carica Jorge Lorenzo dovesse finire quarto o magari ancora più dietro, il pilota della Honda sarà campione del mondo con due gare d’anticipo. Se invece Lorenzo dovesse cadere o comunque non terminare la gara, a Stoner basterebbe finire sesto per garantirsi il secondo titolo in MotoGP della sua carriera. «Non vedo l’ora di correre a Phillip Island, ogni anno non vedo l’ora, è una delle poche piste che mi piace veramente», ha detto Stoner. «La Honda può fare bene lì quindi non vedo l’ora di vedere quello che posso ottenere». Casey Stoner ha vinto otto gare in questo Mondiale e il suo peggior risultato è stato il terzo posto, oltre a un ritiro a Jerez nel mese di aprile quando venne letteralmente speronato da Valentino Rossi. «Se vinco la gara di Phillip Island, sarà più facile, ma non è detto che conquisti il titolo a casa mia. C’è una possibilità di vincere a casa mia, il che sarebbe fantastico ma io non voglio pensarci troppo. Ho meno pressione quest’anno», ha concluso l’australiano. Stoner precede Lorenzo in classifica generale con 300 punti contro i 260 dello spagnolo e disputerà tra due domeniche la gara numero 99 in MotoGP in carriera. E quel giorno sarà anche il suo 26° compleanno.

MotoGp, Dovizioso ha scelto: l’anno prossimo correrà in Yamaha

Andrea Dovizioso ha deciso: la Yamaha e il team Tech3 saranno la sua casa per il prossimo campionato della MotoGP. In attesa dell’annuncio ufficiale, il pilota forlivese ha dunque deciso di dire addio alla Honda, che gli ha di fatto preferito Marco Simoncelli, accettando l’offerta di Hervé Poncharal. Solo per la stagione 2012 però,  visto che il prossimo anno scadranno tutti i contratti dei big e il “Dovi” punterà nuovamente a tornare su una moto ufficiale a tutti gli effetti. “Ormai ho deciso, non c’è ancora l’ufficialità perché rimangono ancora alcuni dettagli da mettere a posto, ma siamo d’accordo e per me è meglio così. Ho firmato un accordo annuale perché a fine 2012 scadranno i contratti di tutti e ci sarà un rimescolamento generale. Era la cosa giusta da fare“, ha conferma Dovizioso prima di imbarcarsi per l’Australia. Dunque, Andrea si è sentito tradito dalla Honda, con la quale ha trascorso tutta la sua carriera nel Motomondiale: 10 anni insieme. Partendo al titolo conquistato in 125 alle diverse stagioni difficili in 250, quando ebbe il coraggio di rinunciare alle lusinghe dell’Aprilia per inseguire il suo sogno in MotoGP. Dove, una volta arrivato, ha contribuito a riportare in alto la casa di Tokyo dopo il vuoto lasciato dalla partenza di Rossi. Ora, la scelta di Dovi è senz’altro un rischio, perché la RC213V che gli offriva Cecchinello è, almeno sulla carta, superiore alla M1 satellite di Tech3. D’altronde sono stati proprio i risultati di questi ultimi anni a dimostrarlo, nei quali le moto affidate ai vari Edwards, Spies, Crutchlow (che Andrea avrà come compagno di box) e Toseland erano, per ammissione della stessa Yamaha, inferiori e non aggiornate rispetto a quelle della squadra interna. Probabilmente, si spera, non sarà così l’anno prossimo, quando con il ritorno ai motori di 1.000cc tutti i piloti di Iwata dovrebbero partire tutti sullo stesso piano. Almeno all’inizio della stagione, almeno così si augura Dovizioso.

MotoGp, Baberà operato salterà Phillip Island. Al suo posto Cudlin

Non parteciperà al GP d’Australia Hector Barberà. Il pilota spagnolo è stato infatti operato alla clavicola destra, fratturatasi in maniera scomposta nella caduta di domenica a Motegi: ora dovrà stare a riposo forzato per alcuni giorni. Al suo posto, in sella alla Ducati del team Aspar, toccherà salire all’australiano Damian Cudlin, che proprio nell’ultimo Gp del Giappone aveva esordito in MotoGP prendendo il posto dell’altro infortunato di lusso Loris Capirossi. Barberà dovrebbe tornare a posto per la gara successiva, in programma la settimana dopo in Malesia a Sepang. Lo spagnolo è stato operato quest’oggi con successo presso la Clinica USP Dexeus di Barcellona. L’intervento é stato eseguito dal dottor Xavier Mir, primario del reparto di chirurgia della mano, ed è durato circa due ore e mezza. A Barberà sono state applicate alcune viti e una placca di neutralizzazione e nei primi giorni della prossima settimana dovrebbe iuniziare gli eserciti di recupero.

Ovviamente entusiasta il giovane australiano DamianCudlin, che proverà a sfruttare questa nuova occasione per mettersi in mostra. Questa è un’occasione favolosa, e sinceramente fatico ancora a crederlo. Per me è un onore correre in MotoGP, il miglior Campionato del Mondo, e lo è ancor di più farlo vestendo i colori di una squadra come il Mapfre Aspar Team. La mia prima esperienza in Giappone è stata indimenticabile, e ora, dopo appena due settimane, mi si ripresenta di nuovo un’opportunità del genere. Anche lo scorso anno ebbi l’occasione di correre nel GP australiano, ma con la categoria intermedia. Sono molto contento, mi ritengo molto fortunato e voglio sfruttare ogni minuto di questa esperienza. Il livello della competizione è altissimo, e me ne sono reso conto nel GP di Motegi. Grazie a quell’esperienza mi presento a Phillip Island con un livello di preparazione maggiore, e dato che già conosco la pista, affronterò il fine settimana con una maggior sicurezza“.

MotoGp, massimo riserbo in casa Ducati sui test di Hayden sulla Desmosedici 2012

Regna il massimo riserbo in casa Ducati sui test di Nicky Hayden a Jerez con la Desmosedici 2012. Così come già avvenuto nella precedente uscita, sempre sul tracciato nel sud della Spagna, dove fu Valentino Rossi a montare in sella alla nuova Ducati, il team di Borgo Pangiale non ha rilasciato alcun comento né reso noti i tempi sulla giornata di lavoro del pilota americano. Che tra l’altro era l’ultima delle otto a disposizione per i piloti ufficiali con le moto “mille” del prossimo anno. Quello che possiamo dare per certo é che Hayden, chiamato all’ultimo momento per sostituire l‘infortunato Rossi, ha proseguito il lavoro nello sviluppo del telaio perimetrale iniziato dallo stesso Valentino, dande anch’egli le sue prime valutazioni. Intanto, il “Dottore” e “Kentucky Kid” dovranno ora affidare la moto ai collaudatori, visto che il regolamento non concede alla Ducati giorni supplementari per continuare il lavoro sulla moto delle prossima generazione. Come detto nei scorsi giorni, tra i piloti che potrebbero salire in sella alla Desmosedici della rivoluzione potrebbe esserci anche Carlos Checa, fresco campione del mondo della Superbike.

 

Superbike, Carlos Checa ripercorre il suo indimenticabile 2011

Dopo aver celebrato a lungo il primo Titolo Mondiale della sua lunga carriera, il pilota spagnolo Carlos Checa (Althea Racing Ducati), si è dedicato ai giornalisti, per ripercorrere l’emozionante stagione 2011. Quando gli è stato chiesto i segreti per arrivare al titolo, Checa ha così risposto: “La mia carriera è stata lunga e non si può mai dire con certezza cosa può accadere. Ho sempre cercato di migliorare, di vivere nel miglior modo possibile questo mondo e di affrontarlo come se mi trovassi a scuola, ovvero ritenendolo un’occasione di crescita sotto tutti i punti di vista. In Superbike ho corso per la prima volta in sella alla Honda del Team Ten Kate, e mi è piaciuta, il passaggio con Genesio (Bevilacqua, patron del team Althea Racing) ed il competere per la prima volta in sella ad una bicilindrica hanno rappresentato invece un’avventura completamente nuova. Sapevo dentro di me che sarei stato in grado di guidare questa moto e che mi sarei trovato a mio agio. Ci sono stati dei momenti magici, specialmente quest’anno“.

Come ha spiegato lo stesso Checa, anche se il titolo è arrivato soltanto nel 2011, una parte importante del successo risiede nel duro lavoro svolto nella stagione precedente, vissuto su una moto molto simile a quella attuale. “Questi momenti non arrivano per caso. Abbiamo fatto progressi quest’anno, ma un grande passo in avanti lo abbiamo fatto nel 2010. Ora mi sento più forte rispetto all’inizio di stagione. Continuerò nel mio lavoro il prossimo anno, ma allo stesso tempo voglio godermi questi istanti.” Alla richiesta di spiegazioni sul perché il titolo sia arrivato nel 2011, ad un’età molto più vicina ai 40 anni che ai 30, Checa risponde: “C’è bisogno della squadra, della moto, e di tante altre cose messe assieme per diventare un Campione del Mondo. Durante la mia carriera ho avuto dei bei momenti, ma se non ho mai vinto un titolo fino ad ora è perché, allora, non ero forte quanto lo sono adesso, ma soprattutto perché non avevo dalla mia il Team ed il mezzo ideale. Questo momento è arrivato, al momento giusto“.

Attraverso il suo stile pulito di guida e la tendenza limitare al massimo gli errori hanno fatto apparire più semplice del previsto la conquista del titolo, ma Carlos dichiara che non è andata affatto così: “Non è solamente una questione di essere veloci, ma di capire anche il motivo per cui in certe situazioni non lo sei“, ammette Checa. “Devi essere onesto con te stesso e con la squadra. Bisogna essere in grado di sopportare la pressione e di lasciarsela scivolare addosso. Alla fine siamo tutti umani, abbiamo i nostri punti forti e quelli deboli. In passato ho avuto dei buoni momenti, ma mi è mancato qualcosa a livello mentale. E’ facile incappare in un errore! Inoltre sono migliorato in frenata e specialmente nell’affrontare le curve verso destra. Abbiamo preso le decisioni giuste a livello di moto ed in pista. Questa per quanto mi riguarda è la soddisfazione maggiore“.

A Magny Cours l’Alfa Romeo Francia presenta la MiTo ispirata alla SBK

L’Alfa Romeo é Top Sponsor del Campionato Mondiale Superbike per il sesto anno consecutivo, e in occasione del Gran Premio di FranciaMagny-Cours, ha presentato la MiTo Quadrifoglio Verde, edizione limitata ad appena 150 unità, e disponibile solamente in Francia. La vettura, la prima ad essere stata dedicata alla Superbike è stata esposta all’interno del Paddock nel corso del weekend di gara: Alfa Romeo ha ideato e realizzato anche un evento in cui la MiTo Quadrifoglio Verde ha vissuto un confronto con una moto sportiva guidata da Kenny Foray.

MotoGp, Carlos Checa potrebbe provare la Ducati Gp12 1000cc

La frattura del mignolo subita in Giappone, Valentino Rossi non potrà effettuare i test di Jerez: ma la Ducati potrebbe utilizzare nel prossimo futuro lo spagnolo Carlos Checa, fresco vincitore del campionato del mondo Superbike 2011, come nuovo collaudatore per la Desmosedici GP12 da 1000cc del prossimo anno. Secondo quanto dichiarato dallo stesso pilota spagnolo del team Althea a Magny-Cours, la Ducati gli avrebbe chiesto di contribuire nel progetto di sviluppo della moto del prossimo anno: lo ha annunciato nella conferenza stampa del dopo gara, ma nell’euforia generale per la celebrazione del titolo, questo annuncio è passato quasi inosservato. Checa, che in Francia ha vinto il suo primo titolo in carriera, è un esperto ex protagonista della MotoGP, avendo già corso nella classe regina del motociclismo nel periodo tra il 1995 e il 2007«Sono alla Ducati, e dobbiamo pensare al 2012, che sappiamo si disputerà con la stessa moto», ha dichiarato Checa al sito motoworld.es. «Staremo a vedere, ma in effetti potrei presto testare la Ducati 1000cc MotoGP perché non possono fare molti test con Valentino e mi hanno se potevo farne, volendo. Penso che se testerò una moto sarà probabilmente una MotoGP, prima della SBK», ha continuato. Inoltre il pilota spagnolo dovrebbe testare la sua nuova moto Ducati 1199 Superbike, ma poiché quel modello non verrà utilizzato in gara prima del 2013 e la prossima stagione si continuerà a correre con la 1098R, la priorità sarà data tutta alla GP12.

MotoGp, Simoncelli continuerà alla Honda con i suoi storici meccanici

Marco Simoncelli ha da poco rinnovato il contratto con la Honda e tra le clausole dell’accordo c’è anche la possibilità per il pilota del team Gresini di continuare a usufruire dei suoi meccanici invece di quelli giapponesi imposti dalla HRC. «Abbiamo avuto alcune discussioni dopo la gara di Brno, perché la Honda aveva proposto di cambiare la mia squadra di meccanici ma io ho detto loro che non ero d’accordo», ha spiegato Supersic a Eurosport. «Ho parlato con loro e poi siamo arrivati ​​a un accordo che mi avrebbe consentito di mantenere i miei uomini per il prossimo anno». Simoncelli, d’altronde, lavora con un gruppo di meccanici da molti anni, dai tempi della classe 250: «Per me la squadra è molto importante. Personalmente, non mi piace cambiare le cose così tanto. Ho trovato alcune persone perfette per me e ho costruito un rapporto con loro che sarebbe stupido cambiare. L’anno scorso, la mia squadra è venuta con me dalla classe 250cc: siamo cresciuti e continuano a migliorare con me. L’anno prossimo sarò finalmente pronto per ottenere i migliori risultati. E’ meglio per le stesse persone lavorare insieme. La prossima stagione ci sarà molta pressione, ma voglio essere in grado di lottare per il podio in ogni gara l’anno prossimo e con i miei uomini ce la farò», ha chiuso Simoncelli.

 

MotoGp, Rossi e il semaforo di Motegi: “E’ durato troppo a lungo”

Valentino Rossi ha un motivo che spiega la falsa partenza e la conseguente penalizzazione di Andrea Dovizioso, Marco Simoncelli e Cal Crutchlow al GP del Giappone sul circuito di Motegi. Per il ducatista infatti, le luci del semaforo di partenza sono state tenute più a lungo del normale: in effetti, come si può guardare dalle immagini registrate, si nota che il rosso è rimasto fisso per oltre un secondo più a lungo del previsto, e questo avrebbe portato un pilota esperto e corretto come Andrea Dovizioso a partire anticipatamente per la prima volta nella sua carriera. Rossi ha spiegato infatti al sito MCN: «Il problema è stato con le luci rosse del semaforo. A Motegi sono rimaste accese troppo a lungo rispetto al normale. Di solito il tempo è di circa tre secondi, ma per qualche motivo è rimasto in funzione 4”5 minimo». Nelle altre gare della MotoGP, il semaforo dura molto poco. Nel Motomondiale, infatti, le luci si spengono anche dopo soli due secondi, anche se solitamente il tempo normale è 3″. «Secondo me è per questa ragione che Andrea, Marco e Cal hanno fatto l’errore con la frizione. Loro aspettavano la luce per partire prima e questo ritardo li ha fatti anticipare», ha chiuso il pesarese.

BRUTTE NOTIZIE PER IL DOTTORE – La caduta subita nel Gp del Giappone di domenica scorsa, non è stata purtroppo priva di conseguenze per Valentino Rossi. Contrariamente a quanto accertato da un primo controllo infatti, l’intensificarsi del dolore e del gonfiore alla mano sinistra, hanno indotto Rossi a sottoporsi ad un ulteriore radiografia, che ha evidenziato un’infrazione all’altezza dell’artrodesi della prima e della seconda falange del quinto dito della mano sinistra. Nonostante questo problema, la partecipazione del ‘Dottore’ al gp d’Australia non e’ al momento in dubbio.

Superbike, Biaggi non pensa al ritiro: “Voglio continuare a stupire e a stupirmi”

L’Italia è un bel posto in cui nascere? Sicuramente la città eterna lo é, sede di papi e di antichi maestri di cultura. “Ma io rimarrò in Francia anche quando smetterò di correre. E i miei figli impareranno l’inglese, il francese e l’italiano e sceglieranno dove vivere“. Max Biaggi é solo di passaggio a Roma, sua città natale, per dare il suo contributo all’associazione umanitaria della cugina Fiorella e per andare in clinica per una visita di controllo per monitorare il piede ferito. E’ stato per troppo tempo fermo ai box ed é mancato moltissimo al mondiale delle derivate di serie. D’altronde, se la Superbike ha guadagnato punti sulla MotoGP negli ultimi anni, è anche merito del titolo mondiale vinto nel 2010 proprio dal Corsaro Nero. Che ora vuole tornare in gara e lo farà proprio nell’ultima tappa del campionato vinto quest’anno dallo spagnolo della Ducati Carlos Checa, concedendosi le prove libere come esperimento. A casa, pensate, tiene una moto in soggiorno. Sulla quale monta in continuazione, fino alla nausea. Ma quando penserà al ritiro? «Non saprei. Non quest’anno, non il prossimo comunque. Perché lo faccio? Perché detesto la banalità. Voglio stupire e stupirmi».

MotoGp, Pedrosa sulla vittoria di Motegi: “Finalmente un successo, ma penso già all’Australia”

Dani Pedrosa attraverso il sul suo blog racconta la vittoria ottenuta a Motegi. «Sono un uomo molto felice dopo la vittoria abbiamo raggiunto nel GP del Giappone lo scorso fine settimana», ha spiegato lo spagnolo della Honda.«Finalmente una vittoria che è un premio per tutti i mesi di lavoro in cui eravamo quasi alla sommità delle nostre prestazioni, ma non abbastanza per arrivare al gradino più alto del podio. Ora è il momento di assaporare un primo posto che è anche la vittoria numero 400 a motociclismo spagnolo, dunque un grande onore per me. Nonostante non abbia potuto iniziare la gara bene, mi ci sono voluti un paio di giri per ottenere un buon ritmo in pista, ma poi più passavano i giri più mi trovavo a mio agio, e questo si rifletteva nei tempi. E’ stato sicuramente un GP che ha sottolineato l’importanza di lottare per la vittoria fino alla fine. In corsa, non si sa mai cosa succederà, e noi dobbiamo essere concentrati per raggiungere i nostri obiettivi».

UNA QUESTIONE DI ENERGIE – Il problema di Pedrosa, da sempre, è la sua fragilità fisica e dopo una gara tirata e tesa il suo corpo minuto ne risente puntualmente. «Siamo tornati in Europa per riposare fino a mercoledì, quando tornerò al ritmo di allenamento normale. Anche se non abbiamo nessuna corsa di questa settimana, l’Australia è dietro l’angolo e cercheremo di un buon GP. L’obiettivo rimane di finire le gare del finale di campionato del mondo e faremo tutto il possibile per vincere come lo scorso fine settimana. In queste ultime settimane, il riposo e la preparazione fisica sono stati ancora più importanti, con i lunghi viaggi che abbiamo dovuto fare. Si potrebbe dire che è tempo perso quando sei bloccato sui voli a lungo raggio, quindi è imperativo cercare di recuperare le mie forze il più possibile per raggiungere il top della forma per il GP di Australia», ha chiuso l’iberico.

MotoGp, Dovizioso guarda al futuro: “Potrei scegliere la Yamaha”

Andrea Dovizioso è in procinto di prendere la decisione definitiva in merito al suo futuro: le alternative per il Dovi sono due: o correre per il team satellite LCR Honda (con il supporto della HRC) oppure andare a fare il partner di Cal Crutchlow alla Monster Yamaha Tech 3. Il romagnolo ha dichiarato che la sua decisione di continuare o meno la sua lunga collaborazione con la Honda o spostarsi agli storici rivali della Yamaha sarà presa prima della fine di questa settimana. «E’ una decisione difficile perché il mio feeling con la Honda è ora il migliore degli ultimi nove anni, perché ora sono finalmente in lotta per la vittoria. E’ difficile ma dipende da molti fattori, in questo momento non ho deciso nulla», ha dichiarato l’hondista al sito Motrcyclenews.com.

CHE TENTAZIONE LA YAMAHA – La grande tentazione è come detto quella di trasferirsi dal team manager Herve Poncharal che guida la scuderia Tech 3. Dovizioso potrebbe anche scegliere di firmare un contratto annuale con la Tech 3 con la speranza di fare bene e puntare così ad arrivare alla squadra ufficiale Yamaha nel 2013. «Certo, io penso qualcosa di simile: se si riesce ad essere veloci si hanno molto possibilità di farsi notare e se fossi veloce con la Yamaha potrei avere una qualche chance di correre nel team factory e questo è l’obiettivo di ogni pilota». In sella alla Yamaha, Dovizioso avrebbe la possibilità di ripetere le gesta di Valentino Rossi, ma solo con qualche altro anno di esperienza alle spalle. Ora dunque é tempo della grande scelta.

MotoGp, é un Super Sic già innamorato della nuova RC213V

Dopo aver rinnovato il suo rapporto anche nel 2012 con il team San Carlo Honda Gresini ed HRC, per Marco Simoncelli dopo il quarto posto ottenuto nel Gp del Giappone, è arrivato il gran giorno. SuperSic è infatti sceso in pista a Motegi nell’attesissimo debutto sottoforma di test con la “1000” Honda con la quale gareggerà nel prossimo Mondiale MotoGp. Un’occasione importante quella di ieri, per valutare il reale potenziale della RC213V e per poter iniziare a dare ai tecnici HRC le sue prime indicazioni ed impressioni esprimendo il giudizio sul lavoro svolto sin qui. Una piacevolissima giornata quella di ieri, trascorsa nel paese del Sol Levante prima di volare in un’isola delle Filippine, per trascorrere alcuni giorni di relax, sulla strada che porterà il carrozzone della MotoGp a Phillip Island in Australia, prossimo appuntamento della MotoGP. “Finalmente è arrivato il grande giorno, sono riuscito a provare la moto che guiderò il prossimo anno con i colori del Team San Carlo Honda Gresini. E’ stata un’esperienza fantastica salire sulla RC213V e ringrazio la HRC per l’opportunità che mi ha dato – racconta Marco Simoncelli – Ho percorso 50 giri prendendo subito la giusta confidenza e riuscendo a girare con i tempi della RC212V. Mi sono divertito e come pensavo è piacevole da guidare. Si impenna anche in quinta e sesta marcia! A fine giornata ho anche dato le mie indicazioni e suggerimenti che spero siano importanti per lo sviluppo. Adesso vado a godermi alcuni giorni di vacanza nelle Filippine sull’isola Boracay prima di andare a Phillip Island per il prossimo appuntamento iridato“.

MotoGp, Aoyama delude a Motegi. “Non avevo grip”

Ha delusoMotegi il pilota giapponese Hiroshi Aoyama che ha perso così l’occasione di disputare un positivo Gran Premio sul circuito di casa. Il pilota del team Honda Gresini è stato infatti poco consistente in gara ed alla fine si è dovuto accontentare di un deludente nono posto finale. «E’ stato un Gran Premio del Giappone molto difficile», ha spiegato il nipponico della Honda Gresini. «Purtroppo non avevo grip a sufficienza per spingere come avrei voluto. In qualifica ero andato decisamente meglio e non riesco a darmi una spiegazione del perché oggi non riuscivo ad essere veloce». Aoyama, pur terminando nella Top 10, non può non tener conto del gran numero di ritiri di piloti che erano davanti a lui, che avrebbe potuto regalargli anche una posizione tra i primi sei. «E’ stato tutto molto strano ed il forte calo della temperatura ha condizionato molto la mia prestazione per la poca confidenza che avevo con il pneumatico posteriore. Ci rifaremo nel prossimo Gran Premio», ha spiegato il giapponese. Molto critico a fine gara nei suoi confronti anche il team manager della scuderia, Fausto Gresini: «Da Aoyama mi aspettavo qualcosa di più perché nelle prove era andato abbastanza bene e pensavo che avrebbe avuto le giuste motivazioni nel Gran Premio di casa davanti al suo pubblico», ha detto il dirigente romagnolo.