MotoGP, Ducati e la maledizione del secondo pilota: dopo Melandri delude Hayden

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nicky-hayden_ducatiDa un anno e mezzo a questa parte, in casa Ducati si riesce sì a sorridere, ma solo a metà. Abbiamo infatti ben presenti le ottime prestazioni dell’australiano di Kurri-Kurri Casey Stoner, già fenomenale nel 2007 e comunque buon secondo nella classifica del mondiale piloti 2008, alle spalle di un imbattibile Valentino Rossi. Ma è sempre difficile, scorrendo l’ordine d’arrivo di ogni Gran Premio, individuare il nome del secondo pilota, secondo più per prestazioni che non per ambizioni. Lo scorso anno, toccò a Marco Melandri impazzire con la messa a punto della Desmosedici, salvo chiudere spesso oltre la decima posizione; la storia si sta riproponendo ora con Kentucky-Kid Nicky Hayden, transfuga Honda HRC ed ora scoraggiato da problemi di set-up della propria moto.

La franchezza, c’è da dire, non manca al campione del mondo 2006, il quale al termine del GP di Spagna corso domenica a Jerez ha commentato, lontano dai flash dei fotografi e dai taccuini dei giornalisti (impegnati altrove ad intervistare e ritrarre i protagonisti di giornata), “”Ho fatto il mio miglior tempo al diciassettesimo giro, quindi vuol dire che sicuramente c’è qualcosa che dobbiamo sistemare. Dobbiamo analizzare con calma i dati e provare a fare qualche cosa di davvero diverso per la prossima volta”.

Ok Kentucky, ma ci sarà pure qualche ipotesi sulla quale lavorare? Certamente sì, con l’auspicio che l’intuizione sia quella giusta: “Non riesco a far lavorare bene la moto con le gomme dure, ma oggi nemmeno le più morbide hanno cominciato a funzionare a dovere fino a quando non si sono scaldate molto”. Un problema dovuto con ogni probabilità al set-up, almeno questa è l’impressione di Nicky, ma a sentire le sue parole vien da pensare che il male sia ancora oscuro: “All’inizio, con il serbatoio pieno, ho fatto molta fatica e ho anche commesso un errore nel primo giro. Stavo cercando di recuperare qualche posizione e invece ne ho perse diverse!”. Insomma, così non va. Restano 10 giorni per lavorare in vista della prova d’appello rappresentata dal GP di Francia.

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