Le foto di Paolo Simoncelli al San Paolo di Napoli nel tributo per Sic

Nel corso del posticipo di serie A tra Napoli-Bologna, partita giocata lunedì 16 gennaio 2012 e finita 1-1, lo stadio San Paolo e i calciatori hanno ricordato Marco Simoncelli, il pilota di MotoGp tragicamente scomparso in Malesia lo scorso ottobre.

Era presente Paolo Simoncelli, il papà di Sic, cui il calciatore Christian Maggio ha consegnato una maglia azzurra con il numero 58.

Ancora: nella circostanza, Paolo Simoncelli ha ricevuto dal manager San Carlo (che è al contempo sponsor di Honda e del Napoli) una targa commemorativa. Le parole di papà Sic:

Paolo Simoncelli a Sky: “Marco era uno puro. Voleva tornare a Coriano”

TE PENSA, LUI RIDE. DIOBO’.

Ora mi sento solo di riportarle. Papali papali. Le parole fresche di Paolo Simoncelli, padre di Marco, rilasciate ai microfoni di Sky. Credo solo che non abbia perso occasione, il papà di SuperSic, per impartire l’ennesima lezione di stile e dignità.

“Vorrei ringraziare le autorità malesiane, l’ambasciatore italiano e i ragazzi del circuito di Sepang che non ci hanno lasciato soli un attimo, sono stati eccezionali. Poi stamattina c’erano tutti a Roma, onestamente mi fa piacere, dire che sono felice è una stronzata, ma mi fa piacere. Marco era una persona speciale e forse la gente ha capito che era così, era onesto, era un puro e un guerriero e forse è morto proprio per quello”.

Sulle polemiche della mattina, secondo cui i soccorsi non sarebbero stati impeccabili:

VIDEO accusa i soccorsi: Simoncelli trasportato senza cura

Con il passare dei giorni, certo, aumenteranno ulteriormente fonti e materiale. Intanto, giunge notizia di un video amatoriale finito su You tube e pubblicato da qualcuno che nel corso del MotoGP di Malesia era sugli spalti, che accuserebbe le proceduure di soccorso apportate a Marco Simoncelli appena dopo il drammatioco incidente.

Le immagini – le abbiamo trovate – mostrano come, in quegli attimi di assoluto panico, i soccorritori che portano via Simoncelli lo fanno senza eccessiva cura. Uno di essi, inciampa e fa cadere il pilota a terra. Si vede, nel video, anche Paolo Simoncelli che era proprio in quel punto – nella contropista e in sella a un motorino – per assistere alla gara.

Papà Sic

Cosa, chi.
Il papà di SuperSic.
Ma un papà. Piange a dirotto. Respiro sommesso. A un papà gli fa male lì. Che tutto. Tutto è pronto ad aspettarsi dalla vita. Un papà. Ma perdere anzitempo il proprio figlio. Paolo, che ha messo al mondo Marco.
E’ stato lui a darne l’annuncio.

“E’ finita”.

E dalla Malesia, quell’è finita” ha fatto il giro del pianeta in meno tempo che Sic impiegava a incaponirsi, puntarne uno – quello davanti – e lasciarselo alle spalle. In diretta tivvu il dolore di un papà ha chiamato a raccolta perfino gli adulti. Perfino gli adulti che forse loro. Sanno dirti che succede al Governo. E poi sanno anche dirti di non preoccuparti. Che il 730 ti insegnano a farlo. Ti dicono per filo e per segno che bisogna fare così per arrrivare colà. Ma forse che forse. Perfino gli adulti, che Marco Simoncelli, fino a quanto lo ha deciso la sorte, non sapevano nemmeno chi fosse. Un papà. Investe e si sacrifica. Ha imparato e prova a insegnare. Ma nessuno – a un papà – gli ha detto come si fa. Come si fa a guardare in faccia la vita quando la vita è un indegno divenire che va contronatura. Le lacrime. Lacrima e rabbia. Mentre una escavatrice raschia. E raschia. E crea una voragine che nulla sarà come prima. Perchè alcune falle non le riempi più. Nemmeno se sei l’addetto delle buche dell’amministrazione comunale.
Un papà. E un figlio. Come ne esistono a migliaia. Di papà e di figli scomparsi prematuramente. A tutto, la vita. A tutto la vita può preparare. A tutto può preparare e non è finita mai. Invece. Invece così. Così vallo solo a pensare. Che non è finita mai. Un senso. Spariscono motivazioni e obiettivi se poi vien meno il fine più grande. Il fine più grande è un figlio. Un figlio che avrebbe dovuto osservare il corso della natura mentre a suo padre gli si diradavano i capelli, crescevano le rughe, cedeva man mano la muscolatura.

Mentre un padre accusava acciacchi dovuti all’età, si preoccupava di dire tutte le cose non dette, lasciare quel piccolo mondo del microcosmo proprio così. Predisposto affinche un figlio. Affinchè un figlio ne riuscisse a beneficiare. Afficnhé in un figlio continuasse la vita. E continuasse attraverso il figlio a vivere il padre.
Paolo Simoncelli. Dolore e lacrime. Con le spalle forti, la schiena dritta. Con le spalle forti e la schiena dritta di un paio di generazioni fa, ha cercato in tutti i modi di sorreggere il dramma di un nucleo famigliare in cui un padre. Un padre è quello lì. Schiena dritta e spalle forti per sorreggere tutto. E tutti.
Cosa, chi.

Fiumicino, lacrime e applausi. Coriano, i brividi

La salma di Marco Simoncelli è giunta in Italia: appena dopo le sei di stamattina, l’aereo partito da Kuala Lumpur è atterrato a Fiumicino. Aeroporto Leonardo da Vinci.

Lacrime e applausi. Accoglienza toccante e commossa. Paolo Simoncelli aveva il volto della sofferenza. L’espressione del dolore. I segni di un momento duro. Difficile da superare. Lacrime e teste basse: man mano che si avvicinavano all’uscita – lacrime e teste chine. C’era anche Valentino Rossi. Il padre di Sic e la fidanzata Kate, sono stati accolti dal presidente del Coni Gianni Petrucci.

E gli opertaori. Gli operatori aeroportuali hanno tributato sottobordo del 777 della Malaysia Airlines – su cui è volato il feretro del 58Gresini – un applauso interminabile non appena la salma è stata fatta uscire dalla stiva.