Eicma 2011: il popolo di Capirossi

Loris Capirossi all’Eicma 2011 per godersi l’abbracccio di un popolo – quello delle due ruote – che con Capirex ha sempre avuto un’affinità particolare. Nel bagno di folla che è toccato al centauro, ritiratosi ufficialmente dall’attività agonistica al termine della stagione attuale di MotoGP, si sono colti attestati di stima che lui, Capirossi, ha mostrato di gradire con la solita umiltà.

A centinaia hanno preso d’assalto i padiglioni della Fieramilano per garantire al proprio beniamino il degno saluto. Capirex, che ha stazionato per quasi due ore presso lo stand Suomy, ha raccolto l’affetto e confermato che è arrivato il momento di chiudere con il professionismo:

“Nella vita c’è un attimo per tutto e il mio da motociclista professionista è passato. La decisione che ho preso è la più giusta: dopo 22 anni era giusto fare qualcosa di diverso. Sono contento di quello che mi è successo in carriera, mi ritengo una persona molto fortunata. Ora ho davanti una vita diversa ma nuova e sono molto entusiasta di questo”.

Il paddock chiude. Notte, Gigante Capirex

6 novembre 2011
A Valencia l’ultima gara ufficiale di Loris Capirossi

328 gare. 3 titoli mondiali. 29 vittorie. 99 podi. Il 65 come carta d’identità. Poi – solo per il 6 novembre – il 58 di Marco Simoncelli. MotoGP versione Capirex, pare un connubio messo lì per sempre. Invece, l’altro documento di riconoscimento.

38 anni. 22 di corse. I capelli hanno cambiato colore mentre Loris faceva lo slalom tra le curve. Le rughe sul viso, ormai, odorano di gomma e asfalto. In sella a una due ruote, Loris, ha visto il mondo che gli passava davanti. Tra cambiamenti reali e bluff colossali. L’alternarsi delle stagioni è stato un lineare trapasso di scuderia. Perché le chiappe di Capirex – su Honda, Yamaha, Aprilia, Ducati, Suzuki – sono un’impronta indelebile.

Fosse stato un calciatore, gli avrebbero intimato di imprimere l’orma del piede a Montecarlo. Nei panni dell’attore, avrebbe avuto la sua stella nella Walk of Fame.

Invece, Capirex, ha chiesto poco o nulla di quel che ha dato.
Semmai, ha reso per l’ennesima volta evidente quella incredibile capacità di adattarsi ai tempi, agli eventi, alle situazioni e ai colpi di coda – a volte da buttarci su risate a crepapelle, altre da masticare lacrime amare – e se ha scelto lui quando chiudere ha dovuto riscrivere il come.

Col 58 di Sic. Da amico speciale, da fratello maggiore. L’ultima gara è stata durissima.
A volte la commozione si insinua a issare barriere incredibili tra i resoconti e la voglia di andare oltre. Altre volte, tuttavia, frammenta ostacoli e consente di misurarsi con i propri limiti. Fisici e mentali. Capirex ha disintergrato i primi e superato anche i secondi sebbene Sepang e Valencia lo abbia messo a dura prova. Nel casco, nella tuta, tra le dita.
Simoncelli è una doppia pelle.
Vale ora, vale per sempre. Loris chiude le saracinesche di un paddock stranamente vuoto. In cui il volere e il dovere hanno cozzato tra loro, mettendo più di uno nella condizione di non capire cosa fosse meglio. Correre o non correre.

FOTO MotoGP Valencia. Marco Simoncelli è ovunque

A Valencia si corre per Marco Simoncelli – a cui è stato intitolato il circuito di Misano – tant’è che il Sic lo si ricorda in ogni frangente, ciascuno degli attimi che interessano in maniera più diretta o solo di rimando la MotoGP 2011. Da Valentino Rossi, alla ricerca di un podio a questo punto della stagione insperato, che corre con il 58 adagiato sul 46 della propria Ducati, a Loris Capirossi, atteso all’ultima gara della carriera con identico volere e pensiero (correre per Sic, correre con Sic).

Gli omaggi per il 24enne di Coriano si sono estesi dal paddock agli spalti, dove non sono mancati striscioni in ricordo di Simoncelli, ma è proprio quel che è accaduto – e che accadrà – tra i box delle scuderie nel corso della tre giorni a destare enorme curiosità. Il clima in cui si corre è surreale, pare ci sia davvero la sola intenzione di cogliere al meglio il gesto ideale, la dimostrazione più azzeccata per trovare un attimo di intimità con Sic.

MotoGP Valencia, Capirossi: “L’addio alle corse col 58 di Simoncelli, un onore”

L’ultima gara della carriera di Loris Capirossi è una passerella a corredo di una carriera da motociclista davanti alla quale togliere il cappello.

Nel corso del GP di Valencia, inoltre, Capirex vive il doppio stato emozionale di salutare il circus del quale è stato elemento imprescindibile per anni e di onorare al meglio il ricordo di Marco Simoncelli.

Il centauro, nel corso della prima giornata di prove libere nella quale ha chiuso al quinto posto con il tempo di 1’46”108, ha esibito sulla sua Pramac il numero 58 di Sic:

“È stato un onore correre con il numero di Marco sulla mia moto. Per il resto, pomeriggio negativo: le gomme non funzionavano, negli ultimi minuti abbiamo quindi dovuto utilizzare quelle della mattina, che erano però usate, anche se alla fine sono riuscito a migliorare di tre secondi il tempo della seconda sessione. Tengo per buono quanto fatto durante la mattina, sono molto positivo per domani, possiamo fare bene”.

MotoGP, per Capirossi carriera finita anzitempo?

E’ allarme nell’entourage di Loris Capirossi dopo la caduta del centauro nel corso del gran premio di Aragon, in Spagna. Nella sfortunata circostanza, Capirex potrebbe avere rimediato un infortunio fatale per il proseguo della stagione che – visto anche l’annuncio già ufficializzato nello scorso appuntamento di Misano del ritiro dall’attività agonistica con la fine di questo mondiale – rischia di terminare così.

Sarebbe l’amarezza più grande, eppure Capirossi corre il serio pericolo di non arrivare alla gara di Valencia poichè la lussazione della clavicola destra rende nuovamente attuale un vecchio problema legato a un’altra caduta, quella del GP di Olanda. Nulla da fare, con forfait pressochè ufficiale, per l’appuntamento del 2 ottobre a Motegi, in Giappone, ma il pilota Pramac potrebbe anche essere costretto a vedere da spettatore le altre gare. Sarebbe una beffa per l’italiano più combattivo di sempre: chiuderla così lascerebbe l’amaro in bocca. E’ lo stesso Capirossi a gettare la spugna, nonostante abbia provato fino all’ultimo a recuperare in fretta: