Bautista in Africa a sostegno di Riders for Health Experience Africa

Spread the love

Alvaro Bautista è ancora in fase di convalescenza dopo l’operazione al femore dovuta per togliere le viti di fissaggio dell’osso fratturato in Qatar ad inizio stagione, ma dalle colonne del suo blog personale ha voluto raccontare le impressioni dell’emozionante esperienza africana in cui ha messo a disposizione di un’organizzazione motociclistica che collega villaggi sperduti fornendo loro importanti medicinali. Lo scorso 23 novembre infatti, il pilota spagnolo si è unito ad altri 18 motociclisti tra cui l’ex campione Randy Mamola in Zambia per partecipare a Riders for Health Experience Africa. Il gruppo di piloti ha guidato le stesse moto che l’ente benefico utilizza per offrire assistenza sanitaria sul territorio africano.

«La gente spesso si domanda cosa facciano i piloti MotoGP durante l’inverno, quando sono lontani dalle piste. Chiaramente l’allenamento è una parte immancabile, ma lo scorso novembre ho avuto la fortuna di visitare la Zambia con un importante ente benefico, Riders for Health, e ho preso parte alla loro avventura “Experience Africa”», ha dichiarato il neo pilota della Gresini. «Mi sono davvero divertito a girare su strada e lungo percorsi poco battuti con numerosi sali e scendi, tratti veloci e superfici differenti. Abbiamo attraversato vaste praterie, piantagioni di mais e foreste. L’avventura è durata una settimana e ci ha portato fino a Livingstone, a pochi chilometri dalle cascate Vittoria».

ASSISTENZA MEDICA PRECARIA – Il viaggio in Africa ha permesso allo spagnolo di entrare a contatto con la tragica realtà africana, in cui l’assistenza medica é quasi vicina allo zero.

«Ho sempre sostenuto Riders for Health donando oggetti per le loro aste nei Day of Champions, ma vedere con i miei occhi il risultato del loro lavoro è stato impressionante. Abbiamo visitato una clinica constatando quanto sia difficile lavorare per gli assistenti sanitari. Abbiamo incontrato persone in viaggio da ore verso la clinica. Uno degli operatori ci ha raccontato di un villaggio bisognoso di cure distante 80 chilometri. Senza un mezzo di trasporto, come potrebbero mai riuscire a prestare i loro servizi? E’ di fondamentale importanza accertarsi che gli assistenti sanitari abbiano a disposizione una moto per spostarsi. La cosa che più mi rimarrà impressa nella mente dopo questo viaggio in Zambia sarà l’ospitalità delle persone, sempre aperte e gentili. I bambini ci fermavano in continuazione per salutarci, ed è triste sapere quanto sia difficile per loro vivere normalmente la propria gioventù. Abbiamo visto una bambina, di massimo quattro, cinque anni, portare la sorellina sulla schiena. Doveva occuparsi di lei anziché frequentare una scuola o giocare con gli amici. In Spagna noi ci godiamo la vita, in Zambia vivono per sopravvivere. Riders for Health mi ha dato l’opportunità di vivere questa incredibile avventura, e vorrei ringraziare di cuore le magnifiche persone che ho incontrato lungo il viaggio. Ho constatato con i miei occhi l’importanza del lavoro svolto da Riders for Health, e come il supporto del mondo MotoGP faccia la differenza. È qualcosa che ricorderò per il resto della mia vita», ha concluso l’iberico.

Lascia un commento