Supersportiva, elegante e veloce, questi sono i requisiti della Bimota DB7 una di quelle moto che non ti stancheresti mai di guardare. Ogni particolare nasconde una preziosità, un design studiato. Codino corto corto e in carbonio) abbinato allo scarico, il telaio a traliccio composito con piastre in lega abbinate a tubi a sezione ovale al Cromo Molibdeno e la piastra di sterzo ricavata dal pieno.
L’aggressività delle linee tutte spigoli ben s’intona col carattere della moto e con le colorazioni scelte dai designer romagnoli. La carrozzeria è realizzata in fibra di carbonio, mentre il cupolino è a struttura portante e sostituisce il telaietto porta faro. La DB7, insomma, è una delle poche moto di serie capace di incantare gli amanti delle Special.
Il forcellone è innestato direttamente sul motore. Il bicilindrico da 1.099 cc a V di 90° è il Testastretta Evoluzione e sprigiona 160 CV a 9.750 giri e 123 Nm a 8.000 giri. Il comportamento in staccata è eccellente: i freni lavorano bene e la fluidità del motore permette di aprire molto prima che su altre moto ed è possibile sfruttare il buon lavoro della sospensione posteriore quando serve trazione. Agile, potente, speciale, insomma in poche parole la Bimota DB7 è perfetta pèer gli amanti del brivido.
La scheda tecnica del gruppo Bimota mette al corrente rispetto alle principali caratteristiche della moto. La Bimota DB7, equipaggiata con motore 1098 Ducati si caratterizza per una linea estremamente aggressiva ma nel contempo filante ed essenziale. La moto ha tra le sue innumerevoli peculiarità, come tradizione Bimota, l’adozione di un telaio a traliccio composito, come pure il forcellone, quindi inframmezzato da piastre in lega leggera che si sposano ad elementi in tubo ovale al CrMo che conferiscono rigidità alla struttura e grande snellezza delle linee.
Importante innovazione è l’applicazione di un forcellone direttamente infulcrato sul motore, servito da un ammortizzatore realizzato dalla Extreme Tech su specifiche Bimota, provvisto di pluriregolazione, che va a servire un sistema progressivo denominato SPB (sistema progressivo bimota). Il tutto disassato sul lato destro per lasciare spazio allo scarico del cilindro posteriore che si getta nella marmitta posta al di sotto della struttura, posteriormente al motore. Il peso della moto, contenuto in soli 170 kg a secco la pone al vertice della categoria.