Nel prossimo Mondiale della MotoGp del 2012, il pilota giapponese Hiroshi Aoyama non farà più parte del Team San Carlo Honda Gresini. “Il rapporto con Hiroshi Aoyama è stato sicuramente di reciproca stima e rispetto e spero che il nostro il Team San Carlo Honda Gresini abbia contribuito a farlo crescere sportivamente nel corso di questa stagione in una categoria non certo facile come la MotoGP. Il prossimo anno inizierà per lui una nuova avventura nel Campionato del Mondo Superbike e quindi formulo a lui i migliori auspici per trovare determinazione e motivazioni per essere vincente”, ha dichiarato il team manager della scuderia di Faenza, Fausto Gresini. «Aver corso in MotoGP negli ultimi due anni è stata per me una grande esperienza», ha invece dichiarato il pilota giapponese. «Voglio ringraziare sentitamente Fausto Gresini, tutto lo staff ed i tecnici del Team San Carlo Honda Gresini per questo straordinario periodo della mia carriera e tutte le persone della mondo della MotoGP che mi hanno aiutato e supportato. Adesso mi aspetta una nuova esperienza in un’altra categoria, la Superbike, dove spero fortemente di riuscire a fare un ottimo lavoro con il mio nuovo Team».
IN GRANDE DIFFICOLTA’ ANCHE IN AUSTRALIA – Aoyama ha oramai 30 anni e ha esordito nel Motomondiale nel 2004. Nella classe MotoGP da appena due stagioni, non si é mai veramente adattato al mondo delle 800cc e ha faticato non poco per emergere nella classe regina, come si è ampiamente visto anche in occasione della gara di ieri a Phillip Island, in cui è caduto proprio quando era in rimonta. «E’ stata una gara molto difficile per il forte vento e le mutevoli condizioni atmosferiche», ha commentato in proposito il nipponico. «Desideravo tanto fare una bella gara perché questi sono per me gli ultimi Gran Premi in MotoGP. Purtroppo il fine settimana è stato particolarmente difficile, ieri la caduta ed oggi quando stavo facendo una gara di recupero sono scivolato alla curva nove a causa della pista bagnata dallo scroscio improvviso di pioggia. Sono veramente dispiaciuto e spero di rifarmi il prossimo fine settimana in Malesia», ha infine concluso Aoyama.
Marco Simoncelli, giunto secondo al traguardo, è il primo dei piloti “normali” , considerando l’irrangiungibile Stoner, che a Phillip Island vince da cinque gare di fila: “Sono davvero contento – ha detto Marco -, è stata dura per le condizioni, con il vento forte e la pioggia nel finale. Il problema era che non si sapeva quanto si dovesse spingere, ma dopo aver fatto tutta la gara al 2° posto ho pensato non potevo farmi fregare negli ultimi due giri così, quindi ho spinto e ho tenuto la posizione“. Dopo questo risultato, il migliore nella carriera in MotoGP, Super Sic è ora 6° nella classifica piloti del Mondiale, a pari merito con Valentino Rossi, e con la concreta possibilità di andare a prendere Spies, attualmente 5° e distante 17 punti. E sul suo recupero, non fa alcun tipo di illazione legato al rendimento della moto. “La mia moto è sempre stata ad alto livello, il suo rendimento non è stato condizionato dall’incidente di Le Mans, ne sono convinto. Il segreto di Stoner? Qui fa paura e in generale la differenza è che riesce a dare gas prima degli altri“. Poi, nel finale, un saluto all’infortunato Lorenzo: “Non ci siamo molto simpatici, ma vorrei dargli un in bocca al lupo e salutarlo: mi dispiace che non abbia corso per quello che gli è successo“.
La gara australiana di Valentino Rossi si è conclusa al 14° giro, nel mentre effettuava un sorpasso normale a Bautista, con cui stava battagliando per il 5° posto. “È molto difficile, abbiamo problemi, ma in mattinata avevo migliorato il feeling e in gara, grazie anche all’assenza delle Yamaha, pensavo di ottenere un risultato onorevole. Avevo un passo migliore di Hayden e Bautista e sono andato all’attacco per passarli“. Come detto la manovra del sorpasso e la successiva caduta, non sono sembrate così pericolose. “Ho frenato, sono entrato tranquillo nella piega a destra – ha spiegato – forse mezzo metro più stretto, ma lei non vuole fare i sorpassi, ho perso l’anteriore, sono caduto ed è andata pure bene che Bautista non mi abbia centrato“. Una caduta dunque senza senso, un po’ come la stagione davvero inspiegabile vissuta sin qui da Rossi con la Ducati. “Sono entrato alla solita velocità e con il solito angolo di piega, era un sorpassino, non ero impiccato, non ha senso“. Poi, provando fornire qualche motivazione al perché di tanta difficoltà, Vale si stringe nelle spalle: “Io devo guidare al 70 per cento perché non mi fido della moto, e poi anche così cado. Non ce la faccio, il mio stile non si adatta; non è questione di sfortuna, è che ci sono dei problemi che non riusciamo a risolvere“.
E’ ovviamente felicissimo l’australiano Stoner, nel giorno del suo 26° compleanno che gli ha regalato il secondo titolo mondiale dela sua carriera: “È stata la giornata perfetta – ha detto euforico -, non capita spesso di festeggiare il compleanno con il GP di casa, una vittoria e addirittura il titolo mondiale. Sono molto dispiaciuto per quanto è successo a Lorenzo, non era questo il modo in cui avrei voluto vincere il titolo, ma sono davvero felicissimo“. Tantissime emozioni e qualche brivido positivo, che lui stesso fa fatica a spiegare. “Ora ho talmente tante emozioni, che tutto mi straborda da dentro – ha detto -. Sono felice di aver vinto questa gara: è difficile che succeda qualcosa che mi colpisca di più di quanto ho fatto oggi“. Il secondo titolo in MotoGp, ha un sapore diverso rispetto al primo, conquistato nel 2007 con la Ducati. “Nel caso del primo titolo nessuno mi dava fiducia, era diverso, non sembrava fosse possibile, si diceva che era merito della moto. Poi è passato del tempo, sono qui alla Honda, mi sono ripetuto, ho avuto meno pressione anche perché qui c’è un gruppo comune, più ampio, e di risultato negativi, se così si può dire, abbiamo fatto solo dei podi“. Adesso, il prossimo traguardo é la paternità, che arriverà fra circa 4 mesi: “Forse l’unica cosa in cui potrò essere migliore rispetto a quanto fatto oggi. è una nuova sfida e sarà bellissima“.
Più di così, non poteva accadere nulla che garantisse a Casey Stoner una gioia maggiore. Vincere sul circuito di Phillip Island il secondo mondiale della carriera è solo un epilogo che nella maggior parte dei casi, il sognatore non riesce a portare a termine. Perché sbancare nella gara di Australia e laurearsi campione del mondo 2011 significa aver coronato l’impagabile desiderio di vincere tra le curve di casa, sentendo odore della propria gente, a un tiro di schioppo dalla vita di sempre.
Casey Stoner ha vinto il secondo iridato della carriera dopo aver dominato la stagione 2011 di MotoGP fin dagli scorci iniziali. In Australia il sogno s’è trasformato in realtà e il pilota di casa, proprio a Phillip Island, ha potuto mettere in bacheca il mondiale numero 2, che fa seguito a quello vinto nel 2007 in sella alla Ducati.
Gara dominata dal primo all’ultimo giro e poi, nelle fasi finali della gara australiana mentre la Repsol Honda diventava sempre più immensa con il passare dei chilometri, Casey Stoner è stato investito da un tripudio che uguale così non gli sarebbe potuto capitare altrove.
I volti degli uomini Ducati parcheggiati ai box nel corso delle qualifiche del GP di Australia. Partiamo da lì e dallo sconforto visibile sul viso di Valentino quando, in quel box, ci ha riportato una motov incapace di lottare anche solo per la sufficienza minima. Altro che sei politico, il nove volte campione del mondo e Ducati proprio non vanno.
Che Valentino Rossi su Ducati non potesse fare bene sul circuito di Phillip Island lo si era capito già ieri, quando nel corso delle prove libere la moto aveva evidenziato più di un problema. Che Marco Simoncelli sia a conti fattio l’italiano più in forma lo sis era capito immediatamente, visto che l’Honda Gresini dell’emiliano era stata in grado di dare battaglia a Jorge Lorenzo e piazzare il secondo miglor tempo in assoluto. dopo quello di Casey Stoner.
A libere archiviate, in ottica qualifiche, in vista di una gara nella quale farà lo Stoner di sempre, in virtù di una graduatoria che ne racconta le gesta in maniera evidente.
L’aria di casa farebbe bene a chiunque, figuriamoci a chi – CASEY STONER – sta mostrando una tale continuità di risultati e prestazioni da sentirsi a casa un po’ in ogni circuito su cui si corre la MotoGP. Prove libere all’australiano che ha messo in fila gli avversari tirando la sua Honda al limite.
Andrea Dovizioso é arrivato in Australia in ottima forma, sia fisica che emotiva dopo la firma con la Yamaha, per uno degli appuntamenti più attesi di tutto il calendario della MotoGP. Dovizioso cercherà di fare una bella gara come a Motegi, dove il pilota italiano é stato penalizzato dal ride through per la partenza anticipata mentre era in testa alla gara nei primi giri. «Phillip Island è un circuito bellissimo e la vicinanza all’oceano lo rende unico», ha detto il romagnolo della Honda. «Lo scorso anno la gara non è andata secondo le nostre aspettative, ho avuto un problema tecnico che mi ha impedito di lottare per il podio, costringendomi al ritiro. Questa volta l’obiettivo è tornare sul podio e guadagnare punti per mantenere la terza posizione in Campionato. La pista di Phillip Island è impegnativa e in passato ho sempre fatto fatica. L’incognita principale resta sempre il meteo: il vento forte, la pioggia e il freddo hanno spesso complicato il weekend di gara.». Il pilota forlivese, durante la conferenza stampa, ha parlato anche della sua decisione di firmare il prossimo anno per la Yamaha del team Tech3: «Dopo una carriera in Honda, con cui corro dal 2002, per il prossimo anno ho deciso di prendere una strada diversa. Adesso però sono concentrato sul presente e sulle ultime tre gare ancora da disputare, voglio regalare alla Honda, al mio team e ai fans delle belle gare e degli ottimi risultati». Poi torna a parlare del GP di Australia. «Da un punto di vista tecnico la pista richiede una guida aggressiva e l’abilità di far girare la moto derapando. Sono contento di tornare in pista dopo la delusione di Motegi. Sono convinto che possiamo fare bene, Philip Island, poi, è spettacolare e l’atmosfera è sempre bella perché la gara è seguita da tanti appassionati», ha concluso il Dovi.
Dani Pedrosa é arrivato in Australia molto motivato dopo la splendida vittoria ottenuta a Motegi: lo spagnolo cercherà il bis sul circuito australiano di Phillip Island dove l’anno scorso non gareggiò a causa di un infortunio. «Non vedo l’ora di scendere in pista a Phillip Island, con le sue curve veloci e le derapate», ha detto lo spagnolo della Honda. «Si tratta di un tracciato spettacolare dove in gara si possono raggiungere velocità molto elevate. Qui le gomme rivestono sempre un ruolo fondamentale visto che il lato sinistro tende sempre a consumarsi di più. Lo scorso anno ho cercato di correre il GP australiano subito dopo l’intervento alla clavicola, ma durante le libere mi resi conto che sarebbe stato praticamente impossibile terminare la gara. Non fu facile per me accettare tutto ciò, ma dovetti rinunciare e tornare a casa. Quest’anno mi piacerebbe correre in condizioni normali e lasciare l’Australia con un buon risultato». Quest’anno però, c’é un terzo posto in classifica generale da recuperare e la sfida è in famiglia con il compagno di squadra Dovizioso. «Con i risultati delle ultime gare abbiamo ridotto il gap, ma mancano ancora tre appuntamenti prima della conclusione. Andrea sta facendo davvero bene, quindi non sarà facile raggiungerlo. Daremo tutto il possibile nelle ultime tre prove che ci aspettano», ha concluso Pedrosa.
Valentino Rossi, oramai non vince una gara da oltre un anno e con la sua Ducati é ancora lontano dall’aver trovato il giusto feeling, avendo conquistato un solo podio stagionale. Nonostante tutto però, Valentino ha deciso di rimanere fedele alla Ducati, nella speranza che con il cambio dei regolamenti del 2012 e con il ritorno alle 1000 cmc, le cose possano andare finalmente meglio. “Ho ancora un anno di contratto con la Ducati – ha detto Valentino -, non sono uno di quelli che si arrende così presto e c’è ancora tempo per migliorare. Abbiamo ancora qualcosa da far vedere e poi se l’anno prossimo i risultati non dovessero arrivare, beh certo sarà il caso di prendere delle decisioni“. Ma il 2012 é ancora lontano, ci sono ancora altre gare da disputare del 2011 per provare a fare meglio. “Non credo che si possa vincere da qui alla fine della stagione – ha detto Valentino -, ma sicuramente potranno arrivare indicazioni importanti soprattutto a Sepang e a Valencia, dove avevamo già provato in inverno: lì potremo vedere se e quali sono stati i progressi di quest’anno“. Per quanto riguarda la gara australiana, in merito alla microfrattura al mignolo della mano, Rossi chiarisce: “Purtroppo, la radiografia che ho fatto in Giappone dopo la caduta non era molto precisa e così non ci siamo accorti subito della frattura che ho scoperto il martedì successivo in Italia. La situazione non è ottimale perché non ho la forza necessaria a stringere il manubrio come vorrei, mi fa ancora un pò male ma migliora con i giorni“.