Keeway Motor Goccia 50, scivola nel traffico

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KEEWAYSe il vostro incubo peggiore sono le code, la soluzione arriva dalla Cina. No, nessuna invasione dall’oriente ma solo uno scooter. Che con ogni probabilità accontenta desideri di leggiadria e possibilità economiche. Snello e leggero il Goccia 50 della Keeway, marchio del gruppo Quian Jiang, di cui fece parte anche Benelli, è lo scooter ideale per “mangiarsi” il traffico e gli ingorghi spendendo poco. Il sogno di molti, quindi. Con 1.300 euro lo si può avere in box. Ha la pedana piatta e il vano porta casco sotto la sella, ormai d’obbligo anche degli scooter a ruote alte. La sella è lunga per ospitare comodamente il passeggero, che appoggia i piedi su due pedane retrattili in acciaio e le mani su un ampio maniglione dove si può montare il bauletto (optional come il parabrezza). Nonostante il prezzo contenuto il Goccia è curato nei dettagli e ben assemblato: il portapacchi posteriore nasce per ospitare un bauletto. Robusto e dotato di due grandi maniglie per il passeggero. La strumentazione è essenziale, ma chiara tranne le spie che di giorno si vedono poco. Il vano nel retro scudo è abbastanza capiente ma riduce lo spazio per le gambe. Anche la chiave d’accessione sporge molto. Ma il cuore di questa Goccia 50 è un’altra cosa: il motore a 2 tempi è davvero affidabile (anche se un po’ troppo rumoroso ad essere sinceri) e le plastiche solide. Certo, i più alti sono un po’ penalizzati dalle misure compatte e toccano facilmente lo sportello del vano nel retro scudo con le ginocchia. Ma ce ne si fa una ragione. Nel traffico è agilissimo, soprattutto nei cambi di direzione, grazie all’avantreno leggero. Le sospensioni sono migliorate, anche se al posteriore buche e pavé si fanno ancora sentire. I freni sono da tirare a fondo perché entrambi mordono poco. Insomma, considerato il prezzo e queste prestazioni, possiamo senza dubbio mettere da parte il nostro nazionalismo e puntare tutto su questa cinese che scivola nel traffico che è una meraviglia. Come una Goccia, appunto.

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