Heidfeld (F1) e Corser (Superbike) si scambiano le vetture

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Nick Heidfeld di mestiere fa il pilota di Formula 1. Non ha vinto molto ma è tra i piloti più abili delle ultime generazioni. Troy Corser, invece, per professione è un centauro e corre in Superbike. Gli è capitato anche, tra una corsa e l’altra, di vincere un paio di Mondiali.

Roba che non molti altri lo possono scrivere sulla carta di identità. Sulla scia degli insegnamenti e dell’entusiasmo di Valentino Rossi, che prima degli altri ha deciso di sfruttare al meglio l’opportunità di guidare una monoposto e lo ha fatto con la Ferrari, anche Corser ha voluto provare l’ebbrezza della quattro ruote. I due piloti hanno infatti vissuto l’esperienza di scambiarsi i rispettivi strumenti del mestiere e, mentre il centauro si è messo a guidare la Bmw Sauber F1 Team, Nick Heidfeld si è messo in sella della Superbike di Troy Corser.

Attimi indimenticabili, ovviamente, e una enorme soddisfazione reciproca nelle dichiarazioni del post. Il primo ad esprimersi è proprio Nick Heidfeld:

“Lo confesso: è stata un’esperienza sensazionale. Mi ero già divertito tantissimo la mattina con la moto stradale, e avevo iniziato a mettere il ginocchio a terra in curva, ma volevo fare lo stesso con la moto da corsa, sfiorando l’asfalto e ci sono riuscito. La immaginavo come una delle sfide davvero ardue: ero pronto a una grande differenza tra la moto di serie e la Superbike, come tra le auto stradali e quelle racing, ma sono rimasto sorpreso. La differenza è enorme. Da un lato la Superbike è più aggressiva, ha più grip e ha un impianto frenante fantastico, dall’altro lato è più facile e perfettamente controllabile. L’handling è perfetto. Ovviamente sono molto lontano dal limite della Superbike. Avrei voluto fare tanti altri giri”.

Dichiarazioni che fanno rima con quelle di Corser:

“Impressionante. La vettura è perfettamente bilanciata e i freni sono fantastici, il grip dei pneumatici è incredibile, mentre lo sterzo è estremamente diretto e con un enorme feeling. È incredibile quanto si possa frenare tardi. Frenavo sempre troppo presto, avrei voluto avere la macchina per un giorno o due per vedere cosa riuscivo a fare. Grazie a tutti per l’opportunità. Spero di averne altre più avanti”.

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