Non è un mistero che, specialmente nello sport, respirare l’aria di casa faccia bene. Pensiamo, ad esempio, all’Inghilterra del calcio: ha vinto un unico campionato del mondo, che (guarda il caso) è stato proprio quello disputatosi sotto lo sguardo della Regina. Per tornare a bomba al “nostro” ambito, poi, come non ricordare le straordinarie prove offerte da un pilota di livello certamente non eccelso come è Colin Edwards ogni qualvolta che il motomondiale sbarca a Laguna Seca? Lo stesso discorso vale per gli italiani ed il Mugello. Anzi, vale per Vale (Rossi), autore di una fenomenale striscia di 7 successi consecutivi nella classe regina ed ora proiettato verso l’ottava meraviglia toscana, buona anche per allungare in classifica.
Tutti lo danno per strafavorito, un po’ per il pedigree che lui solo può vantare, un po’ per il feeling che ha dimostrato di avere con il tracciato specifico. L’unico a gettare l’acqua sul fuoco, però, è proprio lui, Valentino Rossi, forse consapevole di non aver ancora trovato le paroline giuste da sussurrare all’orecchio della sua amata M1, eccezion fatta per la gara (infatti vinta) di Jerez. “Ogni anno diventa più difficile conservare il record. Sette vittoria di fila sono già tante, avverto la pressione quando vado al Mugello”. Un po’ come al cospetto di una bella donna la prima volta…
Ma c’è da dire, esiste una pressione “cattiva”, quella che manda in confusione, così come anche la pressione “buona”, ovvero quella che galvanizza. Inutile dire che il Gp del Mugello regala ai piloti italiani quest’ultima esperienza, piuttosto che la prima. Confermando quanto già dichiarato altrove da Dovizioso, “Correre al Mugello è incredibile – ha dichiarato Rossi – è sempre un’esperienza straordinaria. I tifosi ti danno le motivazioni supplementari che ti aiutano ad andare oltre le prestazioni normali”. E sarebbe cosa, buona, specie dopo lo scivolone e gli “sero” (tanto per citare Mourinho) punti di Le Mans.