Spies e l’addio alla Yamaha deciso al Mugello

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L’addio di Ben Spies alla Yamaha raccontato dal diretto interessato:

“Al Mugello ho avuto un’intossicazione alimentare molto brutta. Non avrei neanche dovuto partecipare alla gara. Stavo male sotto al casco, sudavo freddo e tremavo. La Yamaha è rimasta anche il giorno dopo la gara per dei test, ma io non sono sceso in pista. Non potevo muovermi, nè fare nulla. Un dipendente che da tempo lavora per Yamaha, ed è il massimo che posso dire in dettaglio, mi ha detto ‘Abbiamo investito un sacco di soldi su di te. A Laguna Seca non farti vedere se non sei al 100%’. Poi ha aggiunto che la squadra aveva perso fiducia in me”.

Questo l’amaro sfogo di Ben Spies al magazine americano Cycle World, che gli chiedeva il perchè avesse deciso di lasciare la scuderia nipponica.

“In quel momento ho deciso che non avrei corso con la Yamaha nel 2013 – dice ancora il pilota, che il prossimo anno correrà insieme ad Andrea Iannone nel team Ducati Pramac – in squadra ho ancora un sacco di amici, ma quando qualcuno ti parla in quel modo perdi ogni tipo di rispetto”.

Una decisione maturata proprio in seguito a questo incidente di percorso a cui si deve aggiungere il ruolo di secondo di uno come Jorge Lorenzo che proprio con la stessa moto ha vinto il titolo mondiale. Una frustrazione che ha portato Spies ad un passo dall’abbandonare la Moto Gp.

“Stavo per mollare a Indianapolis, quando mi si è rotto il motore mentre ero secondo in gara”.

Un addio che avrebbe significato il ritorno in SBK

“dove ho ancora ho un sacco di amici e dove un giorno potrei correre ancora”.

Ma alla fine Spies ha deciso di restare, grazie all’offerta della Pramac.

“Sento di poter dare ancora tanto, non ho raggiunto il massimo delle mie possibilità in MotoGp”.

Forse anche a causa delle caratteristiche del mezzo.

“La Yamaha è una grande moto, ma se non rispetti alcune linee è difficile da guidare. Invece sia con la Ducati che con la Honda mi sembra si possa avere uno stile più selvaggio”.

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