Paolo Simoncelli a Sky: “Marco era uno puro. Voleva tornare a Coriano”

TE PENSA, LUI RIDE. DIOBO’.

Ora mi sento solo di riportarle. Papali papali. Le parole fresche di Paolo Simoncelli, padre di Marco, rilasciate ai microfoni di Sky. Credo solo che non abbia perso occasione, il papà di SuperSic, per impartire l’ennesima lezione di stile e dignità.

“Vorrei ringraziare le autorità malesiane, l’ambasciatore italiano e i ragazzi del circuito di Sepang che non ci hanno lasciato soli un attimo, sono stati eccezionali. Poi stamattina c’erano tutti a Roma, onestamente mi fa piacere, dire che sono felice è una stronzata, ma mi fa piacere. Marco era una persona speciale e forse la gente ha capito che era così, era onesto, era un puro e un guerriero e forse è morto proprio per quello”.

Sulle polemiche della mattina, secondo cui i soccorsi non sarebbero stati impeccabili:

Honda Gresini a Valencia, Rc212V 58 nei box

Honda Gresini prende parte al prossimo gran premio di MotoGP sul circuito di Valencia. Ultima prova del motomondiale.

Il team ha confermato nel pomeriggio la presenza in Spagna smentendo l’idea iniziale di non recarsi neppure in loco. Nella circostanza, l’omaggio a alla memoria di Marco Simoncelli – riporta il sito ufficiale della MotoGp – sarà quello di esserci tutti.

Lo staff al completo e nei box ci sarà anche la Honda RC212V numero 58 del centauro italiano. Fausto Gresini, invece, non ha sciolto la riserva in merito all’effettiva presenza in pista dei piloti di scuderia che sono Hiroshi Aoyama per quel che concerne la MotoGP e Michele Pirro e Yuki Takahashi della Moto2. Eventuali decisioni verranno assunte nelle prossime ore.

Funerali Simoncelli: Coriano attende 60 mila persone

L’invasione di Coriano per tributare il degno omaggio a un ragazzo che somigliava – un po’ uno, un po’ l’altro – a parecchi figli d’Italia.

Per le esequie di Marco Simoncelli – in programma giovedì alle 15 – sono attese almeno 60 mila persone. E’ la stima della protezione civile. Intanto, a celebrare la messa funebre sarà il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, nella chiesa di Santa Maria a Coriano.

Nel pomeriggio è previsto un incontro tra il commissario prefettizio, Maria Cristina Rizzo (Coriano è uno dei comuni italiani commissariati), il personale della Prefettura di Rimini e il capo della protezione civile Riziero Santi per definire le disposizioni di sicurezza.

VIDEO intervista Vale Rossi Fiumicino 25/10: “Marco non lo dimentico”

A Fiumicino che erano le sei appena passate. Dalla Malesia, Valentino Rossi ci è tornato con la salma di Marco Simoncelli, Kate, papà Paolo e buona parte dei componenti della Honda Gresini. Il ricordo di un Dottore vestito di nero, con cappellino scuro in testa, è sommesso e partecipato. Poche le parole pronunciate ai giornalisti che erano in attesa all’aeroporto. Immagini nitide, risente un po’ nell’audio ma:

“Io – ha detto Vale – Marco non lo dimenticherò mai”.

E poi. Ha detto Vale.

“Io e Marco, sempre insieme su qualunque cosa avesse un motore”.

Le immagini:

VIDEO accusa i soccorsi: Simoncelli trasportato senza cura

Con il passare dei giorni, certo, aumenteranno ulteriormente fonti e materiale. Intanto, giunge notizia di un video amatoriale finito su You tube e pubblicato da qualcuno che nel corso del MotoGP di Malesia era sugli spalti, che accuserebbe le proceduure di soccorso apportate a Marco Simoncelli appena dopo il drammatioco incidente.

Le immagini – le abbiamo trovate – mostrano come, in quegli attimi di assoluto panico, i soccorritori che portano via Simoncelli lo fanno senza eccessiva cura. Uno di essi, inciampa e fa cadere il pilota a terra. Si vede, nel video, anche Paolo Simoncelli che era proprio in quel punto – nella contropista e in sella a un motorino – per assistere alla gara.

Papà Sic

Cosa, chi.
Il papà di SuperSic.
Ma un papà. Piange a dirotto. Respiro sommesso. A un papà gli fa male lì. Che tutto. Tutto è pronto ad aspettarsi dalla vita. Un papà. Ma perdere anzitempo il proprio figlio. Paolo, che ha messo al mondo Marco.
E’ stato lui a darne l’annuncio.

“E’ finita”.

E dalla Malesia, quell’è finita” ha fatto il giro del pianeta in meno tempo che Sic impiegava a incaponirsi, puntarne uno – quello davanti – e lasciarselo alle spalle. In diretta tivvu il dolore di un papà ha chiamato a raccolta perfino gli adulti. Perfino gli adulti che forse loro. Sanno dirti che succede al Governo. E poi sanno anche dirti di non preoccuparti. Che il 730 ti insegnano a farlo. Ti dicono per filo e per segno che bisogna fare così per arrrivare colà. Ma forse che forse. Perfino gli adulti, che Marco Simoncelli, fino a quanto lo ha deciso la sorte, non sapevano nemmeno chi fosse. Un papà. Investe e si sacrifica. Ha imparato e prova a insegnare. Ma nessuno – a un papà – gli ha detto come si fa. Come si fa a guardare in faccia la vita quando la vita è un indegno divenire che va contronatura. Le lacrime. Lacrima e rabbia. Mentre una escavatrice raschia. E raschia. E crea una voragine che nulla sarà come prima. Perchè alcune falle non le riempi più. Nemmeno se sei l’addetto delle buche dell’amministrazione comunale.
Un papà. E un figlio. Come ne esistono a migliaia. Di papà e di figli scomparsi prematuramente. A tutto, la vita. A tutto la vita può preparare. A tutto può preparare e non è finita mai. Invece. Invece così. Così vallo solo a pensare. Che non è finita mai. Un senso. Spariscono motivazioni e obiettivi se poi vien meno il fine più grande. Il fine più grande è un figlio. Un figlio che avrebbe dovuto osservare il corso della natura mentre a suo padre gli si diradavano i capelli, crescevano le rughe, cedeva man mano la muscolatura.

Mentre un padre accusava acciacchi dovuti all’età, si preoccupava di dire tutte le cose non dette, lasciare quel piccolo mondo del microcosmo proprio così. Predisposto affinche un figlio. Affinchè un figlio ne riuscisse a beneficiare. Afficnhé in un figlio continuasse la vita. E continuasse attraverso il figlio a vivere il padre.
Paolo Simoncelli. Dolore e lacrime. Con le spalle forti, la schiena dritta. Con le spalle forti e la schiena dritta di un paio di generazioni fa, ha cercato in tutti i modi di sorreggere il dramma di un nucleo famigliare in cui un padre. Un padre è quello lì. Schiena dritta e spalle forti per sorreggere tutto. E tutti.
Cosa, chi.

Vale a Fiumicino: “Io e Sic, in giro con ogni cosa a motore”

Le parole di Valentino Rossi. Le prime parole che escono dalla bocca del Dottore dopo la tragedia della morte di Marco Simoncelli, Vale le pronuncia a Fiumicino. Non appena l’aereo – tratta Kuala Lumpur, Roma – atterra all’aeroporto romano:

“A Marco mi legano tantissimi ricordi, stavamo insieme quasi tutti i giorni. Ci allenavamo insieme in palestra e andavamo sempre a girare con tutto ciò che era a motore, questi sono i ricordi più belli che ho”.

Il pilota Ducati ha viaggiato con i componenti della famiglia Simoncelli: il padre, il fratello e la fidanzata Kate oltre a numerosi componenti dell’entuorage Honda Gresini.

Simoncelli, camera ardente e funerale: informazioni

Sarà una marea. In arrivo a Coriano da ogni parte d’Italia. La morte di Marco Simoncelli ha toccato una Nazione intera. Tifosi e non, appassionati o meno, motociclisti o pedoni che siano. Non è solo la vicinanza all’ambiente delle corse e delle due ruote in genere quanto piuttosto il riconoscimento nei confronti di un bambino – lo raccontava il volto – che si apprestava a diventare grande – recitava la carta d’identita – e senza che neppure lui se ne rendesse conto tanto facilmente, era gà uomo. Uomo compiuto. Perbene. Solare. Che fosse un vincente forse va detto. Va detto, ma che conta.

I 24 anni di SuperSic si traslano in milioni di persone. Che ventiquattro anni non li hanno ancora. Che ventiquattro anni non li hanno più. Nel volo che ha portato la salma di Simoncelli dalla Malesia a Roma, c’erano il papà e Kate. C’erano il fratello Paolo e Valentino Rossi. Con i tecnici e l’entourage di più di una scuderia della motoGP. Succede sempre: sono così tanti, a bazzicare intorno a una squadra nel corso di una gara, da riempire interi aerei. Nella tratta di andata, nella tratta di ritorno.

Io me lo ricordo così…Misano 2011, gran bagarre

Vale su Sic.
E per Marco Simoncelli, Valentino Rossi sceglie di riprendere una foto. Una foto con cui provare a dire tutto. Misano, 2011. 4 settembre, tredicesimo impegno stagionale di MotoGP. La classifica finale, nell’occasione, recitava così.

————> 04 – Marco Simoncelli – San Carlo Honda Gresini – Honda RC212V

Ma era stata lotta. Costante. E Sic. Sic il solito guerriero che prime di tirarsi indietro. Niente. Il “prima di tirarsi indietro” per Sic non esisteva. E in quell’occasione – primo Lorenzo, secondo Pedrosa, terzo Stoner – Sic e Vale hanno battagliato in continuazione. Sorpassi e controsorpassi, curve strette e curve larghe, traiettorie impeccabili ed errori. Poi. Poi Sic è andato (finirà quarto), Vale non ne aveva più. Settimo al traguardo. Ma quel duello. Quel duello è l’immagine che il Dottore ha voluto condividere col mondo. Via twitter.

“Io me lo ricordo così…Misano 2011, gran bagarre”.

Il post fa seguito a quello nel quale Rossi, dopo l’incidente e il decesso di Simoncelli, aveva dichiarato di aver perso “un fratello minore”

 

MotoGp, la Yamaha su Simoncelli: “Una stella molto amata in pista e fuori”

Alla curva 11 del circuito di Sepang é arrivato per primo sul corpo di Marco Simoncelli: Colin Edwards, americano della scuderia satellite della Yamaha, la Monster Tech3, non poteva evitare il Super Sic, ma il dolore e lo choc sono stati comunque fortissimi. Proprio per questo motivo la casa dei tre diapason si é sentita coinvolta in prima persona nella tragedia di Supersic e offre attraverso un comunicato, un sentito ricordo del pilota di Coriano.

«La Yamaha desidera esprimere il più profondo cordoglio e sincero affetto agli amici, alla famiglia e ai colleghi di Marco Simoncelli dopo il tragico incidente al Gran Premio della Malesia. Marco era un degno concorrente e un astro nascente della MotoGP, che sarà profondamente segnata in tutti i suoi componenti».

MotoGp, il Team Carlo Honda Gresini non parteciperà al Gp di Valencia

Il Team San Carlo Honda Gresini certamente rinuncierà all’ultimo GP della stagione in programma a Valencia, in seguito alla tragica morte di Marco Simoncelli nella gara di Sepang. «L’unica cosa certa è che la mia squadra non parteciperà al prossimo Gran Premio di Valencia e ai test in programma dopo la gara», ha dichiarato Fausto Gresini, team principal della scuderia. «Il giorno dopo si soffre ancora di più. E’ accaduto tutto così in fretta, sono senza parole. So che il nostro è un mestiere pericoloso, che il rischio fa parte del gioco, ma speri sempre che non succeda nulla. Quando accade e ti ci trovi dentro cambia tutto, è difficile accettarlo. E’ stato un’incidente provocato da una serie di circostanze negativi incredibili, la moto che è andata verso l’interno della curva invece che all’esterno, essere investito sulla pista più larga del motomondiale». Il team manager Gresini ha sempre difeso il suo pilota anche nei momenti più difficili di questa stagione, come in occasione della sua caduta al GP di Gran Bretagna o dopo lo scontro con Pedrosa a Le Mans. «Ho tante immagini che riaffiorano alla mente di questi due anni passati insieme, Marco era spontaneo, uno che faceva sempre quello che pensava, con un cuore d’oro e sempre solare. Non mi ricordo di averlo visto arrabbiarsi una sola volta. Era uno sempre leale con se stesso e con gli altri, uno che amava le sfide e noi, la sua squadra, eravamo un semplice strumento per realizzare i suoi sogni e dare sfogo alla sua passione». Gresini non é nuovo, purtroppo, a queste tragedie: perse il giapponese Daijiro Kato che morì a Suzuka nel 2003. La morte di Simoncelli è dunque il primo decesso nella classe regina dai tempi di Kato. Il Gran Premio di Valencia che si svolgerà a novembre, sarebbe stata anche l’ultima corsa per Hiroshi Aoyama prima di passare al Campionato del Mondo Superbike.

Nel dramma di SuperSic, Vale non crollare

Perché quel silenzio è il comunicato più significativo del giorno.

Il dramma di Marco Simoncelli diventa la tragedia di chi lo sta piangendo – e continuerà a piangerlo – in migliaia di maniere.

Il mondo intero ha speso istanti e gesti per ricordare SuperSic.

Abbiamo voluto e scelto di riportare solo le dichiarazioni di chi vive quotidianamente il mondo dei motori. Colleghi e avversari, compagni di lavoro e amici del paddock.

Avessimo dovuto riportare la vicinanza di tutti, ci sarebbe una lacrima per ciascuna palpebra. Di milioni e milioni di persone che lo hanno conosciuto nella maniera più consona. I tifosi di Marco sono infinitamente numerosi da sempre anche perchè Simoncelli – lo hanno ribadito tutti – era così. Lui rideva, tu ridevi.

Lui vinceva, tu ridevi. Lui perdeva. Riusciva a sorridere. E tu ridevi.

Così di pancia. Immediato. Spontaneo anche nella maniera di riflettere prima di agire. E poi. Poi.

Così di pancia quando istintivamente prendeva e andava. Che ti rimaneva solo di provare a stargli dietro. In pista, davanti alla tivvù. Forse, forse che sì. Nella vita.

SuperSic vissuto da uno che gli faceva il tifo èroba che lo sapevi già. Mettegli una moto come quella di quelli là, di quelli che vincono i mondiali e allora sì. Allora sì che avrebbe dato la paga. E ora.

Nonciclopedia: “Simoncelli ha promesso che è l’ultima caduta”

Difficile inoltrarmi in ogni tipo di commento. Perchè conosco i principi del sito.

Di getto, replicherei come ha fatto Vasco Rossi.

“I furbetti brufolosi ragazzi non sanno di avere trovato un vero nemico che ha solo tempo e denaro da spendere per andare fino in fondo a questa faccenda. Se è satira o diffamazione lo deciderà un tribunale. dopodiché i danni che chiederò (da devolvere in beneficenza) saranno molto alti. perché i ragazzi (di nonciclopedia) sono arroganti e perseveranti… nell’errore. qualcuno deve fermarli.
(si tratta solo di accettare di cambiare sottotitolo alla piattaforma!)
TOGLIERE SATIRA E METTERE VOMITO TOGLIERE IRONIA E METTERE ESISTENZIALE”.

Su Wikipedia si legge: “Ennesima caduta per Simoncelli. Ha promesso che è l’ultima”.

Non è l’ironia che mi piace. Tutto qui.

Non ho mai riso per qualcuno che scorreggia in pubblico. Ed ecco.

Quella riga lasciata lì. Mi sembra la scorreggia di un tizio sbracato sul divanetto di un bar.

“Lesioni gravissime, abbiamo fatto il possibile”

Lesioni gravissime. Dopo l’incidente, c’era poco da fare per salvare la vita a Marco Simoncelli. Ma quel che occorreva tentare, è stato tentato con ogni sforzo. E’ il senso delle parole riportate da Razali Razlan, direttore esecutivo del circuito di Sepang, all’agenzia Dpa.

“È stato uno sfortunato incidente di gara – afferma Razlan – il circuito rispetta tutti gli standard di sicurezza. Il nostro staff medico ha agito secondo i protocolli internazionali. Il problema stava nel fatto che, purtroppo, le lesioni riportate da Marco erano gravissime”.

Il fortuito investimento in simultanea subito dalle moto di Colin Edwards e Valentino Rossi non ha lasciato scampo. Intanto, sull’evento è in corso un’inchiesta avviata dalla Dorna, società promotrice e referente del motomondiale, e dalla Federazione internazionale. Stando alle iondiscrezioni riportae dai responsabili dell’impianto, l’indagine non arriva a mettere in dubbio l’utilizzo del circuito.

Dettagliate le parole del dottor Claudio Macchiagodena, medico responsabile della Dorna:

“Simoncelli ha subito un grave trauma alla testa, al collo e al torace. Quando il nostro staff medico l’ha raggiunto era privo di conoscenza. In ambulanza hanno cominciato la rianimazione cardiaca polmonare, e una volta arrivato al Centro Medico, grazie all’aiuto di dottori locali e della Clinica Mobile, è stato intubato ed è stato così possibile rimuovere parte del sangue presente nel torace. Il CPR è stato applicato per 45 minuti con l’obiettivo di aiutarlo il più a lungo possibile. Sfortunatamente ogni tentativo è risultato vano e alle 16:56 (ora locale) di domenica abbiamo dovuto ufficialmente dichiarare la sua morte”.