Simoncelli, la promessa di Paolo e Marco: “Cremazione in caso di morte”

Papà, io te lo garantisco. Ma tu, fai lo stesso per me. Dev’essere stato pressoché questo il patto tra i due Simoncelli: papà Paolo e il figlio Marco.

“Se dovesse succedere che muoia voglio essere cremato, così mi terrai vicino”.

E allora. Allora

“Farai lo stesso se capita a me”.

Che poi a rispettare la promessa dovesse essere il padre, è sciagura che neppure andava immaginata. In seguito alla morte di Sic, dopo il saluto a Marco, in mattinata il 58 Honda è stato cremato nel cimitero cesenate di Tipano, poi Paolo si è recato presso l’anagrafe del comune di Coriano per inoltrare la richiesta di tenere in casa le ceneri del figlio.

FOTO funerale Simoncelli: l’Italia si ferma a Coriano

L’ultimo saluto a Marco Simoncelli raccontato dalle fotografie scattate nel corso delle esequie. Volti e biglietti, la calca, i fiori che erano un’infinità, palloncini in cielo. E poi. Poi tutti. ValeRossi, papà Paolo, mamma Rossella, Martina e Kate, Capirex che ha pianto a dirotto, Giacomo Agostini che non contiene l’emozione, la gente comune. Quella di tutti i giorni e gli altri. Arrivati da ogni località d’Italia. E le note di Vasco Rossi tra le parole del vescovo di Rimini che hanno commosso ed emozionato. Poi. Lacrime e sorrisi. Tante lacrime in mezzo a una caterva di sorrisi come se fosse facile. Piangere e ridere così. Le immagini:

Dovi piange, con papà Sic è stato bellissimo

Sono le parole di Aldo Gandolfo, portavoce del team Honda Gresini, che ha rilasciato un’intervista a Sky per parlare di Marco Simoncelli. Tra le varie cose dette, Gandolfo ha posto l’attenzione sul fatto che la tragedia di Sic ha in maniera consequenziale unito il mondo delle moto. Dove le rivalità esistono da sempre e sempre esisteranno. Toh. Prendi il caso di Andrea Dovizioso e di Simoncelli, afferma Gandolfo. Il Sic, con Dovzioso:

“erano rivali, nemici, c’era un sottile odio fra di loro ma Andrea mi ha chiamato dicendomi che sono due giorni che piange perché gli manca la metà sportiva di se stesso”.

E Dovizioso.

Vale al fianco di Paolo e Rossella

E’ annunciato in prima fila. Tra i banchi riservati alla famiglia Simoncelli. Valentino Rossi prenderà parte ai funerali di Marco Simoncelli, in programma domani alle 15 (diretta Rai2), sedendo di fianco a papà Paolo e a mamma Rossella.

Il Dottore, inoltre, guiderà una delle due moto (l’altra è stata consegnata a Mattia Pasini) che, sull’altare verrà ubicata alle estremità della bara.

Il 46Ducati, inoltre, ha passato a Coriano anche la mattina di oggi, trascorsa con la famiglia di SuperSic.

Te pensa, lui ride. Diobo’

Cioè. Dove non arriva il resto, ti portano i Simoncelli. Te pensa, diobo’, la dignità. Che roba è la famiglia Simoncelli. Che uno. Che uno, allora, uno Marco poi lo capisci perché era così. Puro, ha detto papà Paolo. Che uno, ha fatto mamma Rossella, che uno se non fa quello che gli piace poi non è felice. Te pensa. La piccola Kate. La piccola Kate lo ha buttato lì. Lo ha buttato lì ma quello scricciolo si è proprio capito che lei ci crede per davvero. Di non aver smesso di vivere una favola. Tanto, ha detto la donna di SuperSic, tanto lui torna. E mi dà un segno. Come in Ghost. Te pensa.

Diobo’, in mezzo alla pataca dell’Italia dei murganton, te pensa. La famiglia Simoncelli. Diobo’. El burdel – il loro figlio. Che dietro, diobo’, dietro a quel modo di essere e di fare c’è la Romagna. Sana e pasciuta. Genuina e schietta. Te pensa.

La piada, diobo’, e gli aromi di ragu con sedano e carote. Te pensa. A panza pina u s’ragiona mej! La gloria dell’Esarcato e il clima temperato. Che non fa nè troppo freddo, nè troppo caldo. Francesca da Rimini, diobo’, col passator cortese. Il re della foresta. Te pensa. Il gran condottiero, Sigismondo Malatesta, e le sfide a carte con bestemmie a corredo. Il cinema di Fellini, diobo’, e il vino nelle botti buone. I sapori di Borghi, le onde che picchiano sul porto, la caciara di Adriatico, le illusioni di Misano, il dialetto dei vicoli e i sogni a occhi aperti della periferia. Diobo’. Te pensa, i ragazzini. Con la maglietta di SuperSic e le sgommate sullo sterrato. E il castello, Te pensa che uno s’arrampica con lo sguardo, sul castello. E poi, diobo’.

Paolo Simoncelli a Sky: “Marco era uno puro. Voleva tornare a Coriano”

TE PENSA, LUI RIDE. DIOBO’.

Ora mi sento solo di riportarle. Papali papali. Le parole fresche di Paolo Simoncelli, padre di Marco, rilasciate ai microfoni di Sky. Credo solo che non abbia perso occasione, il papà di SuperSic, per impartire l’ennesima lezione di stile e dignità.

“Vorrei ringraziare le autorità malesiane, l’ambasciatore italiano e i ragazzi del circuito di Sepang che non ci hanno lasciato soli un attimo, sono stati eccezionali. Poi stamattina c’erano tutti a Roma, onestamente mi fa piacere, dire che sono felice è una stronzata, ma mi fa piacere. Marco era una persona speciale e forse la gente ha capito che era così, era onesto, era un puro e un guerriero e forse è morto proprio per quello”.

Sulle polemiche della mattina, secondo cui i soccorsi non sarebbero stati impeccabili:

Papà Sic

Cosa, chi.
Il papà di SuperSic.
Ma un papà. Piange a dirotto. Respiro sommesso. A un papà gli fa male lì. Che tutto. Tutto è pronto ad aspettarsi dalla vita. Un papà. Ma perdere anzitempo il proprio figlio. Paolo, che ha messo al mondo Marco.
E’ stato lui a darne l’annuncio.

“E’ finita”.

E dalla Malesia, quell’è finita” ha fatto il giro del pianeta in meno tempo che Sic impiegava a incaponirsi, puntarne uno – quello davanti – e lasciarselo alle spalle. In diretta tivvu il dolore di un papà ha chiamato a raccolta perfino gli adulti. Perfino gli adulti che forse loro. Sanno dirti che succede al Governo. E poi sanno anche dirti di non preoccuparti. Che il 730 ti insegnano a farlo. Ti dicono per filo e per segno che bisogna fare così per arrrivare colà. Ma forse che forse. Perfino gli adulti, che Marco Simoncelli, fino a quanto lo ha deciso la sorte, non sapevano nemmeno chi fosse. Un papà. Investe e si sacrifica. Ha imparato e prova a insegnare. Ma nessuno – a un papà – gli ha detto come si fa. Come si fa a guardare in faccia la vita quando la vita è un indegno divenire che va contronatura. Le lacrime. Lacrima e rabbia. Mentre una escavatrice raschia. E raschia. E crea una voragine che nulla sarà come prima. Perchè alcune falle non le riempi più. Nemmeno se sei l’addetto delle buche dell’amministrazione comunale.
Un papà. E un figlio. Come ne esistono a migliaia. Di papà e di figli scomparsi prematuramente. A tutto, la vita. A tutto la vita può preparare. A tutto può preparare e non è finita mai. Invece. Invece così. Così vallo solo a pensare. Che non è finita mai. Un senso. Spariscono motivazioni e obiettivi se poi vien meno il fine più grande. Il fine più grande è un figlio. Un figlio che avrebbe dovuto osservare il corso della natura mentre a suo padre gli si diradavano i capelli, crescevano le rughe, cedeva man mano la muscolatura.

Mentre un padre accusava acciacchi dovuti all’età, si preoccupava di dire tutte le cose non dette, lasciare quel piccolo mondo del microcosmo proprio così. Predisposto affinche un figlio. Affinchè un figlio ne riuscisse a beneficiare. Afficnhé in un figlio continuasse la vita. E continuasse attraverso il figlio a vivere il padre.
Paolo Simoncelli. Dolore e lacrime. Con le spalle forti, la schiena dritta. Con le spalle forti e la schiena dritta di un paio di generazioni fa, ha cercato in tutti i modi di sorreggere il dramma di un nucleo famigliare in cui un padre. Un padre è quello lì. Schiena dritta e spalle forti per sorreggere tutto. E tutti.
Cosa, chi.

Fiumicino, lacrime e applausi. Coriano, i brividi

La salma di Marco Simoncelli è giunta in Italia: appena dopo le sei di stamattina, l’aereo partito da Kuala Lumpur è atterrato a Fiumicino. Aeroporto Leonardo da Vinci.

Lacrime e applausi. Accoglienza toccante e commossa. Paolo Simoncelli aveva il volto della sofferenza. L’espressione del dolore. I segni di un momento duro. Difficile da superare. Lacrime e teste basse: man mano che si avvicinavano all’uscita – lacrime e teste chine. C’era anche Valentino Rossi. Il padre di Sic e la fidanzata Kate, sono stati accolti dal presidente del Coni Gianni Petrucci.

E gli opertaori. Gli operatori aeroportuali hanno tributato sottobordo del 777 della Malaysia Airlines – su cui è volato il feretro del 58Gresini – un applauso interminabile non appena la salma è stata fatta uscire dalla stiva.