Ancma, no obbligo Abs, a rischio 30 mila posti: dal primo gennaio 2016 tutte le motociclette nuove di cilindrata superiore ai 125 cc dovranno montare di serie l’ABS. Così ha deciso il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea sulle nuove norme dedicate al mondo delle due ruote, concedendo così ai costruttori la possibilità di adeguare i propri piani di sviluppo.
Qualche settimana fa invece ci siamo occupati di un Dl al vaglio del parlamento italiano che invece vorrebbe applicata sin da subito la normativa europea. Se questo avvenisse, «30mila addetti del settore delle due ruote sarebbero a rischio disoccupazione». A lanciare l’allarme è Confindustria Ancma, che torna a chiedere la «soppressione», nel Ddl Stabilità, del «comma della legge Crescita che prevede l’obbligatorietà dell’offerta dell’Abs come optional per tutti i veicoli a due o tre ruote di cilindrata pari o superiore a 125cc».
Poter vendere solo i veicoli offerti con l’optional Abs, spiega l’Associazione nazionale dei costruttori di due ruote, «metterebbe fuori gioco il 75-80% delle gamme prodotti attuale, con un abbattimento del 50% dei volumi di vendita in un mercato che dal 2009 ad oggi ha già visto dimezzarsi le vendite».
Per quanto riguarda le motociclette, spiega l’Ancma, il 70% dei modelli non dispone ancora di Abs, mentre i modelli offerti con Abs di serie o optional sviluppano potenzialmente circa il 60% di media ponderata dal punto di vista dei volumi di vendita. Sul fronte scooter, il 50% delle vendite è costituito da modelli con Abs, ma l’85% dei modelli non dispone di questo sistema di frenata.
In tale quadro, avverte l’Ancma, «il 30% dei concessionari rischierebbe la chiusura». La norma, aggiunge l’Associazione, è anche «in contrasto con la nuova legislazione europea, che dal primo gennaio 2016 rende obbligatoria, e non opzionale, l’installazione dell’Abs o di sistemi avanzati di frenata su tutti i veicoli a due ruote a partire da 125cc di cilindrata».