Ducati: Bayliss torna in sella per lo sviluppo delle versioni MotoGP e SBK

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troy-bayliss“Quando finisce un amore”, cantava Riccardo Cocciante, “Ti senti un nodo alla gola/un buco nello stomaco” e così via. Come potremmo definire, allora, la storia tra Troy Bayliss ed il motociclismo, anzi nello specifico la storia tra l’australiano campione del mondo in carica della Superbike e la “sua” Ducati? L’unica definizione calzante, l’unica possibile, è Amore. Un amore così grande che, nonostante il ritiro dello scorso autunno (stagione ideale per i ritiri: i colori di una natura che si prepara al letargo dell’inverno e la pioggia, che cade in quel periodo più di sovente, non vi fanno immalinconire?), Troy non ha saputo resistere tanto tempo lontano dall’odore dell’asfalto, ed ha perciò deciso di tornare a Borgo Panigale per aiutare il team SBK nel lavoro di sviluppo.

Non che ce ne sia troppo bisogno: Haga comanda saldamente il mondiale con 54 punti di vantaggio su Spies. Ma in casa Ducati si stanno rendendo conto che le attenzioni di tutti si stanno concentrando un po’ troppo sull’americano, e ciò è deleterio per l’investimento nel mondo delle derivate di serie. Cominciasse Haga a stravincere le corse, invece che dover solamente gestire il vantaggio, forse i titoli dei giornali sarebbero dedicati a Ducati invece che a Spies…

È per questo che Bayliss è stato invitato ad assistere al GP di Monza, andato in scena domenica con un copione tutt’altro che prevedibile, prima di tuffarsi in un’intensa tre giorni di test al Mugello, dove tra il 12 ed il 14 maggio affiancherà il collaudatore ufficiale del MotoGP Vittoriano Guareschi nel lavoro di sviluppo di tutte le moto da competizione di casa Ducati. Bayliss proverà la moto di Stoner e del depresso Hayden, ma magari ci scapperà pure un ritorno di fiamma per il vecchio amore chiamato Superbike. I feedback di questo straordinario talento, che può vantare un’esperienza decennale nelle corse, certo serviranno alla Casa per migliorare le prestazioni delle Desmosedici.

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