Ancma, immatricolazioni in calo nel 2010

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ancmaIn calo, a meno che non continuino gli incentivi. Secondo l’Ancma, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, nel 2010 le immatricolazioni delle moto scenderanno del 7,8 percento e del 2,2 per i ciclomotori. Il contributo statale di 500 euro per la rottamazione dei veicoli euro 0 e euro 1 fa però sperare. Secondo il presidente Capelli, questa iniziativa: «ha immediatamente innescato un’inversione di tendenza premiando però solo il segmento scooter». Nei primi 10 mesi del 2009, 263mila veicoli, pari al 71% del totale immatricolato, sono stati acquistati grazie agli incentivi. Nello specifico: 245mila scooter (89% del totale degli scooter venduti nel periodo), 18.100 moto (di cui il 37% dei modelli fino a 60 kW ha goduto degli aiuti). «E’ necessario aiutare un comparto – continua Capelli – che conta 11mila addetti e un indotto di oltre 100mila con un fatturato pari a circa 5,5 miliardi di euro». Il settore delle immatricolazioni «ha sofferto molto nel 2009: in molte fabbriche non sono stati rinnovati i contratti stagionali e si è dovuto ricorrere alla cassa integrazione. Siamo consapevoli che la vicenda di Termini Imerese (l’impianto che Fiat intende chiudere, ndr) ha allungato i tempi e finché non si risolve dovremo aspettare». Senza contare che, secondo le stime Ancma, in Italia circolano ancora veicoli obsoleti con oltre 10 anni di vita pari a 3,9 milioni di Euro 0 e 1,9 milioni di Euro 1. Fino ad allora l’industria italiana delle moto non potrà certo pensare di puntellare il mercato grazie alle esportazioni. Anche perché «ci saranno Paesi che non rispettano le norme di sicurezza e mettono barriere alle importazioni». La fotografia, quindi è molto nitida. E non solo per la flessione italiana. Il saldo negativo è dovuto anche l’andamento non così roseo dei principali mercati stranieri. Spagna, Usa e Australia hanno visto un calo di oltre il 50 percento. Un lampo di speranza arriva dai veicoli elettrici: «sono solo qualche migliaio in Italia – ha concluso Capelli -, siamo solo agli inizi, ma manca la mentalità, la gente non accetta l’autonomia limitata e mancano le colonnine di ricarica. Prima dovremo passare dall’ibrido».

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