Valentino Rossi story/1: la prima vittoria a Brno. Era il 18 agosto 1996

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Uno. Numero magico, inimitabile soprattutto se indicativo della prima volta. Che non si scorda mai, ovvio. Per Valentino Rossi quell’Uno – ufficiale, a presagire e fare strada ad un due, un tre, un venti, un cinquanta eccetera – è arrivato nell’anno 1996, stagione che segna il suo esordio nel motomondiale – classe 125cc – e che da il là alla nascita del mito.

Gran Premio della Repubblica Ceca, in programma a Brno, Valentino Rossi è in sella ad una delle moto dei sogni da ragazzo, la Aprilia RS 125 R, è riesce a piazzare l’impresa già nel giorno che precede la gara. E’ il 17 agosto, Vale compie delle qualifiche da paura e riesce a strappare il miglior tempo che gli consente di partire in pole position.

La prima della carriera. Le sensazioni sono quelle che solo una prima volta può garantire: carica, adrenalina, curiosità della scoperta che diventa consapevolezza delle potenzialità. La voglia è una sola: spaccare il mondo, vincere a tutti i costi, mostrare al resto della platea la propria faccia. Di notte si riposa a fatica, gli occhi si chiudono ma il cervello non si spegne. Parte a mille verso immagini e fantasie, verso previsioni e ipotesi: se vinco, come festeggio? Che faccio?

Te li vedi già lì, tutti i tecnici, schierati sul muretto al momento della bandiera a scacchi; mentalmente alzi quel braccio mentre la tua moto sfreccia veloce verso il traguuardo. E li saluti. Col pugno chiuso, stretto, sbattendo il braccio su e giù. Poi magicamente ti addormenti. E ti svegli che è il 18 agosto, giorno di gara. E sei già scierato in pista, davanti a tutti. La magia di certi istanti, l’alchimia che si viene a creare con l’ambiente circostante è indicibile.

Irripetibile, eppure, una volta provata, irrinunciabile. Alla fine della gara, accade proprio come in sogno. Vale vince e alza il pugno, scuote il braccio, esulta come un teen ager di 17 anni. Non sa che quello sarebbe stato il primo di una lunga serie di giorni in cui bruciare, una ad una, tutte le tappe. E smettere di essere un teen ager.

A Brno ci tornerà molte altre volte, di vittorie ne piazzerà diverse ma il paragone con allora, Vale, non se la sente proprio di farlo.

“Li sento – dirà a distanza di tempo Valentino Rossi – questi dieci anni, inutile nasconderlo. E’ cambiato tutto: io, il motomondiale, le cose intorno”.

Ma quelle sensazioni, irripetibili ma irrinunciabili, restano uguali a se stesse.

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