E’ uno dei grandi assenti alle sfide di inizio campionato della MotoGp. Stiamo parlando di Dani Pedrosa, a cui l’avvio di stagione non sta certo riservando grandi motivi per cui essere soddisfatto. Basti pensare, a scanso di equivoci, che lo scorso anno di questi tempi Pedrosa si stava giocando il mondiale dando la paga a titani quali Valentino Rossi e Casey Stoner.
Poi, è accaduto che una serie di contingenze gli abbiano impedito di giocarsela ad armi pari: prima tra tutte, i problemi fisici che lo stanno perseguitando fin dalla giornata d’esordio e che ancora non gli lasciano tregua.
Dani Pedrosa non ha avuto molto tempo per recuperare dall’infortunio al fianco con cui ha convissuto durante la gara casalinga di Barcellona che gli ha impedito di dare il meglio, e ora gli tocca pure di stringere i denti per rimettersi in sella e cercare di non perdere ulteriore terreno, o quantomeno limitare i danni.
Messa in archivio la prima delle due prove di Superbike a Misano Adriatico con la bella vittoria di uno Spies indemoniato e capace di tenerli tutti dietro, la seconda manche di categoria regala una serie di emozioni mozzafiato.
Mai avremmo pensato di scrivere una notizia del genere, e non perchè Max Biaggi, oramai proiettato in Superbike e più distante dai riflettori della notorietà che garantisce la MotoGp, non faccia più notizia.




A tenere banco nel post Le Mans – parliamo della classe regina della MotoGp – è la polemica divampata tra Mika Kallio e Nicky Hayden, protagonisti in negativo di un incidente che ha tolto entrambi dai giochi legati posizione finale. Soprattutto Kallio ha parecchio di cui lamentarsi, dopo le ottime prestazioni fatte registrare in Qatar e Giappone, a cui hanno fatto seguito le cadute di Jerez e Le Mans.
Chi ne esce bastonato, da Le Mans, è senza alcuna incertezza Valentino Rossi che, oltre ad essere stato costretto al cambio di moto dopo essere partito con le gomme da bagnato – e la pista si stava magicamente asciugando – è incappato in una caduta beffarda proprio nel corso del primo giro con la moto nuova.

Nemmeno i nuovi, astrusi, regolamenti potranno fermare la voglia di correre dei grandi costruttori. In special modo, non potranno fermare il desiderio di assaggiare l’asfalto che è proprio dei grandi marchi italiani. È per questo che Aprilia, storicamente egemone nella categoria 250, sta valutando le contromisure più adatte per ovviare alla creazione della categoria Moto2 (dal 2010 sui vostri schermi al posto della “pensionata” quarto di litro), categoria mono-marca riservata a moto montanti motore Honda.
Per ora siamo (ancora) fermi al campo delle semplici supposizioni, ma già queste ci sembrano sufficienti per farci ipotizzare una vera e propria rivoluzione copernicana nel mondo del motomondiale, specificamente nella sua “versione” 250, a partire dalla prossima stagione sportiva. Nel corso di una riunione tecnica svoltasi prima che fossero i motori a parlare sul circuito spagnolo di Jerez de la Frontera, il presidente della FIM Vito Ippolito ed il manager di Dorna (la società che gestisce la parte commerciale del motomondiale) Carmelo Ezpeleta hanno deciso – c’è da dire di comune accordo – di affidare lo sviluppo dei propulsori della nascitura categoria Moto2 al marchio giapponese Honda. Andiamo a vedere cosa può significare tutto ciò.