Superbike Donington Park gara 1: Biaggi incanta (2^ dietro Spies e davanti ad Haga), Fabrizio perde terreno

MotomondialeSi è disputata la nona prova del mondiale Superbike, che ha fatto tappa a Donington Park in Gran Bretagna, e le notizie sono assolutamente confortanti per gli italiani e per tutti i tifosi di Max Biaggi.

Il centauro romano, infatti, che non può certo schierare una moto tanto competitiva quanto quella dei primi nella classifica piloti, è tornato a ruggire e lo ha fatto alla sua maniera. Spendendo, cioè, il massimo di cui può diporre dal punto di vista caratteriale: nella prima delle due gare Biaggi è riuscito a tornare sul podio strappando il secondo posto finale e cedendo solo di fronte ad un Ben Spies che continua ad essere strepitoso nel conservare una continuità di forma e prestazioni.

L’americano, primo nel corso della prima manche, ha chiuso in 34’57″230 lasciando Biaggi a quasi sette secondi. Fin qui nulla di nuovo, se non che il romano ha saputo tenere a bada il leader del mondiale Noriyuki Haga che su Ducati 1098R ha chiuso in terza posizione, staccato di altrettanti quattro secondi da Biaggi (di otto da Spies). Nulla da fare per Michael Fabrizio che, in sella alla Ducati 1098R non è riuscito a far meglio del 12esimo posto chiudendo in 35’32″323.

Da annotare, un problema al carburante – probabilmente l’impianto di pescaggio ha fatto le bizze – per Biaggi a tre curve dalla fine: Haga ha rimontato nei secondi finali parecchio terreno ma il vantaggio acquisito dal romano gli ha consentito di difendere la posizione.

Per il trentottenne italiano, un passo in avanti nella classifica iridata anceh se i primi restano lontani: 155 i punti di Biaggi a fronte dei 308 del leader Haga e dei 269 di Spies, cui sta riuscendo una rimonta in un tempo incredibile e impensabile. Chi ha pagato dazio nella prima prova è stato senz’altro Fabrizio, i cui punti di distacco da Haga sono ora 67 (l’italiano ne ha 241) e che è obbligato ad una grande prova nella seconda manche per non sprecare l’opportunità di giocarsi il mondiale.

Tornando a Biaggi, invece, almeno due le considerazioni: la prima è che per il romano il tempo anagrafico pare non coincidere con quello soggettivo, poichè la forma e la prontezza sono sempre quelle dei tempi d’oro; la seconda è che, a questo punto, Aprilia pare davvero in dovere di metterlo nelle condizioni di giocarsi il titolo.

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